FREE FALL JAZZ

Ginger Baker è uno dei batteristi più famosi della storia del rock, in primis per la militanza nei Cream. Finita quell’avventura, Baker si è dedicato a progetti jazz-rock-world non particolarmente interessanti, sebbene sinceri, a collaborazioni con Bill Laswell e Ron Miles, e alla viticoltura. Oggi lo scorbutico musicista londinese torna con un album di jazz, musica che del resto ha sempre apprezzato e gli ha permesso di elaborare il suo stile originale. In ‘Why?’ sentiamo all’opera la sua band Confusion (Pee Wee Ellis al sax tenore, Alec Dankworth al contrabbasso e Abass Dodoo alle percussioni) ed un mix di tutte le sue influenze e passioni – jazz e Africa. Sembra che sia soprattutto il “drum choir” africano, emulato non troppo bene dalla combinazione ad incastro della sezione ritmica, il concetto alla base di tutte e otto le composizioni. Lo sentiamo bene in ‘Ginger Spice’, nei corposi blues ‘Twelve And More’ e ‘Cyril Davis’, nelle meccaniche riletture di ‘St. Thomas’ e ‘Footprints’, dove il granitico blocco formato da basso, batteria e percussioni satura quasi tutto lo spazio disponibile. Pee Wee Ellis pare intimorito da una simile bocca di fuoco  e suona defilato, come se avesse paura di disturbare. Il suo sassofono bluesy, abituato ad esplosive performance al fianco di James Brown, assume un ruolo poco più che decorativo. E ad un tratto sovviene come mai, in fin dei conti, già i Cream fossero piuttosto noiosi: anche allora il groove era del tutto sconosciuto al signor Baker. Clack-clack-clack-clack, una macchina.

Una nota maligna: un batterista sconosciuto che cercasse fortuna nel mondo del jazz suonando così, molto probabilmente, riceverebbe ben poche email. ‘Why?’, statico e ripetitivo, è consigliabile solo ai molti fan e completisti.
(Negrodeath)

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