Il nome di Gerald Clayton è sulla bocca di tutti, o per lo meno di molti, da diversi anni. Merito di due validissimi album in trio, certo, ma pure di una lunga serie di collaborazioni importanti assieme a molti astri del nuovo (e meno nuovo) jazz americano, non ultimi Roy Hargrove, Terri Lynn Carrington, Ambrose Akinmusire e il recentissimo NEXT Collective. Con ‘Life Forum’ Clayton realizza la sua opera più ambiziosa fino ad oggi, un album di ampio respiro strutturato quasi come un’unica suite dai molteplici spunti e dall’organico variabile. Al trio base, con il contrabbasso di Joe Sanders e la batteria di Justin Brown, si aggiungono infatti diversi ospiti che ampliano sonorità ed intensità del singolo brano, senza che l’insieme perda in coerenza. Nei momenti in trio Clayton sfrutta al meglio le qualità ritmiche dello strumento, come in ‘Mao Nas Massa’, quasi hip-hop nella scansione, o nella accidentata ‘Sir Third’; altrove il suono si fa tanto ricco quanto etereo, spinto da una controllata energia, come nelle ritmate ‘Some Always’ e ‘Shadamanthem’, con splendidi interventi di Akinmusire e morbidi vocalizzi da parte di Gretchen Parlato e Sachal Vasandani. Se volessimo trovare un elemento unificante in ‘Life Forum’, potremmo parlare di una melodia orecchiabile ma allo stesso tempo misteriosa, quasi evanescente, per un risultato complessivo che pare aggiornare al 2013 la splendida lezione dell’Herbie Hancock periodo Blue Note – nel pianoforte, ma pure nella finezza della composizione e degli arrangiamenti. La partecipazione di fenomeni come Dayna Stephens, Logan Richardson e il già citato Ambrose Akinmusire, del resto, perfettamente in sintonia col leader e fra di loro, non può portare che risultati eccellenti.

‘Life Forum’ è sicuramente l’album della svolta per Gerald Clayton, che da autentico leader si dimostra in grado di scegliere i musicisti più adatti alle sue necessità e a farli interagire in un insieme che superi la somma delle parti. Speriamo che pure il pubblico se ne accorga!
(Negrodeath)

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