FREE FALL JAZZ

Almond Tree, nuovo progetto e nuovo disco per Silvia Bolognesi (basso), assieme a Pasquale Mirra (vibrafono), Tony Cattano (trombone) e Daniele Paoletti (batteria). La sua etichetta Fonterossa, dopo l’esordio con l’Open Large Ensemble che aveva ottenuto buoni risultati di critica, dà oggi alle stampe anche questa seconda produzione. Silvia, oltre l’insegnamento e la partecipazione in diversi gruppi, tra gli altri il trio Hear And Now e il gruppo Nexus, è molto attiva in ulteriori progetti, tra cui uno spettacolo teatrale-musicale, confermandosi come la più originale delle bassiste italiane (le altre due a mia conoscenza sono Caterina Palazzi e Rosa Brunello). Il quartetto propone una musica fresca e innovativa che strizza l’occhio ad una sorta di post bop, ma con aperture ad aspetti anche più radicali. Questo anche grazie al trombone di Tony Cattano, che conferma almeno per il sottoscritto, di essere un grandissimo talento che merita maggiore attenzione.

Le buone recensioni delle esibizioni dal vivo davano quasi per scontata l’ottima riuscita del disco, e in effetti così è: l’interesse verso la musica rimane sempre alto, l’interplay tra i componenti anche, ma è soprattutto la scrittura che colpisce molto. I pezzi sono quasi esclusivamente di Silvia, tranne uno di Mirra (‘Fermati’), uno di Cattano (‘Camelie’) e uno del sassofonista Marco Colonna (‘Chicalqulque’), ospite su tre pezzi e anch’egli musicista meritevole di ulteriore considerazione. Non è un disco da assimilare in una sola volta, necessita di ascolti ripetuti alla scoperta di particolari sempre nuovi. Il pezzo che meglio rappresenta il quartetto è ‘Cicle’, ritmato e basato sulla marimba, contrappuntato dall’uso poderoso dell’arco, con l’ottimo l’apporto di Paoletti. Che dire? Bravi tutti, e per quanto mi riguarda il miglior disco del 2013, finora. La buona musica con il sorriso di Silvia… è quello che ci serve! (Maurizio Zorzi)

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