FREE FALL JAZZ

Fa caldo. Fa molto caldo. Di più: mentre scrivo queste righe mi sembra di vivere in un loop continuo i primi 5 minuti di ‘Weekend Con Il Morto’, con Andrew McCarthy e quell’altro che letteralmente si squagliano sotto i colpi di un’estate newyorkese con tassi di umidità da strozzinaggio. Il ventilatore alle mie spalle soffia ormai aria calda, e il mio unico desiderio sarebbe accendere la TV sulle previsioni del tempo e sperare che annuncino l’imminente arrivo del diluvio universale. O anche solo di una grandinata a pallettoni.

Il tutto ci porta indirettamente alla storia che stiamo per raccontare. Vi siete mai chiesti cosa facciano nel privato i vari Galbiati, Sottocorona, Giuliacci padre & figlio? Che musica ascoltano, magari? No? Nemmeno noi. E però gli americani si dimostrano più avanti di tutti persino su questo. È il caso di Dave Scott, volto piuttosto noto del piccolo schermo californiano, puntuale meteorologo della KUSI (rete televisiva di stanza a San Diego). 55 anni e circa 25 nomination agli Emmy sulle spalle (quante vittorie non è dato sapere), Scott suona il trombone sin dai tempi della scuola, e dalla fine degli anni ’70, parallelamente alla sua carriera nel tubo catodico, è una presenza fissa sui palchi dei jazz club cittadini.

“È difficile conciliare entrambe le cose - dichiarava a sdnews.com - Alla KUSI mi supportano perché riesco a non far ripercuotere i miei impegni musicali sul lavoro, anche se a volte non è per nulla facile. Mi è capitato di scappare via dopo il notiziario delle 6 per un concerto al Croce’s, seguito da un’altra esibizione subito dopo, per poi tornare di corsa in TV per il TG delle 23!”. Nonostante i salti mortali, il jazzista e il meteorologo qualche volta finiscono inevitabilmente per sovrapporsi, con esiti, per così dire, imprevedibili: “La cosa più bella è che mi capita di fondere meteorologia e musica. Scrivo un sacco di canzoni usando metafore climatiche: ‘On A Rainy Day’, oppure ‘Samba Del Sol’”.

Appassionato di latin jazz, oltre ad un’intensa attività dal vivo Scott ha inciso anche in studio (attenzione a non confonderlo con l’omonimo Dave Scott, trombettista che incide per la Steeplechase). Notizie di qualche tempo fa lo davano al lavoro al successore di ‘In A Fog‘, ormai datato 2006. Pareva ci fosse materiale in cantiere per ben due album, ma per ora novità non ce ne sono. Sul palco comunque continua a salirci, e infatti in coda all’articolo includiamo una versione di ‘Mamacita’ di Joe Henderson registrata nel 2011 durante una delle sue tante serate.

Speriamo solo che adesso non arrivi qualche sapientone a spiegarci che il vero meteo jazz è nato in Italia grazie a Mario Giuliacci & His Hot Five. (Nico Toscani)

Comments are closed.