Michael Wollny
Ho già parlato di Michael e del suo eccentrico trio, gli [em], tempo fa. Classe 1978, in ACT dal 2005, il giovane tetesco vanta molte collaborazioni e performance da leader per un totale di undici album (eggià , undici…). Nonostante l’ancora “breve” carriera, il suo nome riecheggia insieme ad epiteti come “grandioso”, “talentuoso”, “formidabile” e “leggendario” tra i corridoi della critica europea e internazionale. Un personaggio eclettico, ma molto alla mano; un’estetica e un linguaggio dal timbro indefinibile, spiazzante… profondo. Echo Jazz 2010, 2011 e 2013 per ‘Wasted & Wanted’ dei già citati [em]. In questa breve introduzione al personaggio, concedetemi una piccola curiosità : Soggy Loch (fondatore e presidente di ACT), in ogni sua intervista, maldestramente portato a parlare di Esjborn Svensson e della sua triste e prematura scomparsa, parla di Wollny come uno dei principali motivi per cui ancora oggi possiamo parlare di ACT e godere dei grandi artisti che ogni hanno offre sul piatto del sensibile ascoltatore.
Discografia consigliata (che sboroneria! #1)
- [em] ‘Wasted & Wanted’Â (2012, ACT)
- [em] ‘Live at JazzBaltica’Â (2010, ACT)
- Heinz Sauer with Michael Wollny & Joachim Kühn ‘If (Blue) Then (Blue)’ (2010, ACT)
Leszek Możdżer
Quarantaduenne polacco di fama internazionale, abilissimo nello scavare, rivisitare e mixare il linguaggio dei grandi classici della musica alta (primo su tutti Chopin) con la modernità , l’energia e l’ampia prospettiva del jazz. Introdotto in ACT dal’onnipresente Lars Danielsonn, è il pianista di ‘Pasodoble’ (ACT, 2007) e ‘Tarantella’ (ACT, 2009). Nel 2011 esce invece ‘Komeda’, tribute album dedicato al compositore polacco Krysztof Komeda (noto ai più per aver firmato svariate colonne sonore per i film di Roman Polanski) che lo porta alla fama internazionale. Così il Guardian: “Możdżer’s swaying swing and slow-melody nuances suggest Keith Jarrett at times, but his outburst of percussive playing, flinty treble-note sparks and staccato drum-pattern sounds are all his own”.
Discografia consigliata (che sboroneria! #2)
- ‘Tarantella’ (2009, ACT)
- ‘Komeda’ (2011, ACT)
- Iiro Rantala
Finora il nome di  Rantala è stato principalmente associato al Töykeät Trio, uno dei più divertenti e visionari jazz trio della scena internazionale. Il loro voler essere sempre all’avanguardia, alla ricerca (e conseguente rottura) di nuovi limiti ben si a bilancia quella che secondo me è la chiave del loro successo: l’ironia mixata ad una grande abilità tecnica. La carriera solista (dopo 18 anni di Töykeät) inizia in ACT nel 2011: ‘Lost Heros’ è il titolo dell’album in cui rende omaggio ai grandi musicisti che hanno influenzato la sua cifra stilistica ed estetica: da Svensson a Evans, da Pastorius a Peterson. Questo album gli vale l’ECHO jazz come best international pianist nel 2011. Il 26 Ottobre dello scorso anno esce il suo secondo album per ACT con Lars Danielsson (ma guarda un po’…) al contrabbasso, Morten Lund alla batteria e l’astro nascente Adam Baldych al violino: ‘My History of Jazz’. Una personale visione sull’evoluzione del Jazz, magistralmente intervallata da sei improvvisazioni di Goldberg (altrimenti note come “i mostri sacri”).
Discografia consigliata (che sboroneria! #3)
- ‘Lost Heroes’ (2011, ACT)
- ‘My History of Jazz’Â (2012, ACT)
Rantala, Wollny e Możdżer (confesso, tutte le volte devo fare copia/incolla: Mozszer, Modseter, Mozzeder…) sono la sublime line-up della seconda serata al Montreax Jazz Club, nuovissimo centro nevralgico del Montreaux Jazz Festival 2013.
I tre si conoscono bene: Siggy Loch li ha voluti insieme per realizzare un concerto, la cui registrazione è diventata uno dei dieci dischi più venduti della casa bavarese: ‘Jazz at Berlin Philarmonic’ (2012).
Ora, non resta che scaldare i motori del Pandino e marciare verso il Montreaux Jazz Festival. Ah no!??!
(Martino A.L. Spreafico)