Rieccolo finalmente! Accompagnato dai fidatissimi Bryce Winston (sax) e Kendrick Scott (batteria), nella band da parecchi anni, dal pianista Fabian Almazan (già sul precedente ‘Choices’) e dal nuovo contrabbassista Joshua Crumbley, Blanchard ripercorre almeno in parte quei sentieri esplorati negli ottimi ‘Bounce’ e ‘Flow’, quindi post-bop deluxe, vivacissimo, ricco di colori diversi e con un’attenzione maniacale per il suono e la dinamica dei brani. E seguendo le orme di Art Blakey, il grande trombettista incoraggia i ragazzi a farsi avanti con composizioni originali: i loro diversi input, sotto la sua esperta e benevola guida, danno vita ad un visionario arco narrativo. Il disco si apre col pezzo omonimo, dall’atmosfera solare e positiva che parte su un ritmo boogaloo à la Lee Morgan e si evolve attraverso numerose variazione di suono e intensità . Acustico ed elettrico si fondono e si alternano, moltiplicando la complessità timbrica del disco: la tromba a volte è effettata, e compaiono pure le tastiere, ma per fortuna siamo ben lontani dall’algida plasticaccia della fusion, perché il reparto elettronico interviene con gusto per aggiungere ulteriori colori e sonorità , a volte in senso quasi orchestrale. Troviamo brani come ‘Pet Step Sister’s Theme Song’, con ritmi latini e africani abilmente intrecciati grazie alla partecipazione del chitarrista Lionel Loueke e alla sua ottima intesa con Almazan, la progressiva ‘Jacob’s Ladder’ attraversata da lunghe spirali di assolo quasi onirici, l’aggressiva e swingante ‘Don’t Run’ in quartetto pianoless (ospiti Ravi Coltrane al soprano e un vigorosissimo Ron Carter), la complessa ‘Comet’ dove Almazan in solitario esplora inusuali sovrapposizioni di ritmi e timbri, doppiandosi al piano e alle tastiere.
Dopo un album buono, sì, ma un po’ troppo dispersivo e logorroico (soprattutto per l’impiego un po’ troppo insistito degli spoken word del professor Cornell West) come ‘Choices’, Terence Blanchard recupera pienamente la forma portando avanti la sua idea di jazz contemporaneo.
(Negrodeath)