FREE FALL JAZZ

Il trio di JD Allen assieme ai fidatissimi Gregg August e Rudy Royston è ormai una realtà collaudata e fruttifera che con cadenza annuale ci omaggia di un bel disco di sicuro impatto. Non ha fatto eccezione l’appena trascorso 2012, in cui è uscito il qui presente ‘The Matador And The Bull’, che prosegue il maniera logica e coerente il discorso di ‘Victory!’. Di nuovo il trio persegue quell’estetica da juke box (definizione di Allen stesso) fatta di brani lunghi attorno ai tre/quattro minuti, puntando tutto su temi essenziali, improvvisazioni concise e grande groove. E sebbene i titoli dei vari pezzi siano in qualche modo connessi con la Spagna e la corrida, di spagnoleggiante qui dentro c’è ben poco, tranne forse nella melodia indolente di ‘The Lyrics Of Summer And Shadow’. Ma in fin dei conti nemmeno ci interessa, visto che JD intende la corrida come metafora del confronto. Confronto che poi si risolve sempre nel rispondere a questa domanda: è possibile fare molto partendo da pochissimo? E si può dire con certezza che sì, si può, con un modus operandi vincente: enunciare un tema melodico molto semplice e svilupparlo attraverso una manipolazione ricorsiva e una serie di parafrasi, complete o parziali, mettendo insieme un discorso incisivo e breve che non rischia mai di perdersi per la via, sintetizzando al meglio le lezioni di John Coltrane, Sonny Rollins, Wayne Shorter e Branford Marsalis. Senza mai eccedere nei toni, i tre musicisti si spalleggiano con disinvoltura, anche quando sembrano procedere ognuno per i cavoli suoi. I differenti metri si toccano, si allontanano e poi si riuniscono creando una pulsione ritmica aggiuntiva e quasi subliminale, in maniera del tutto rilassata e spontanea, senza precipitosi “serriamo i ranghi!”, e quindi ancor più efficace. Che si parli di brani energici come ‘A Suite Of Lights’ e ‘Ring Shouts’, o di altre più enigmatiche e fluttuanti come ‘Muleta’ o la succitata ‘The Lyrics…’, il trio di Allen procede secondo percorsi sempre sorprendenti e inaspettati, senza mai dimenticare di rendere l’ascolto piacevole coi giusti groove e le più indovinate allusioni melodiche.

JD Allen è uno di quei musicisti dal linguaggio assolutamente contemporaneo ma coi piedi ben piantati della tradizione. Col suo suono scuro e il suo piglio autorevole, è una delle figure più degne di stima del jazz odierno.
(Negrodeath)

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