FREE FALL JAZZ

Keyon Harrold è giovane (1980), ma può già vantare una lista di collaborazioni deluxe lunga come una pitone reticolato: sul suo curriculum troviamo David Sanborn, Lauryn Hill, Fred Hammond, Erykah Badu, Macy Gray, Reggie Workman, Prince, Jill Scott, Cirque du Soleil, Destiny’s Child, Kelly Price, Common, Janet Jackson, Andrae Crouch, Usher, Chaka Khan, Beyoncè e pure roba più in topic come Clayton Brothers, John Hicks, Gregory Porter, Marcus Strickland, Jeff “Tain” Watts, Christian McBride, James Carter Organ Trio, Cecil Brooks III, James Spaulding, la Count Basie Orchestra… ma lista proseguirebbe ancora, quindi ci fermiamo qui. Questo eclettismo non si traduce in un esordio confusionario o troppo easy listening, come qualcuno forse potrebbe temere. ‘Introducing’ infatti è un album sì vario e ricco di sfumature, ma con i piedi e la testa saldamente conficcati nel più puro mainstream straight-ahead. La sua tromba viene direttamente dalla linea Brown, Hubbard e Shaw, mentre a livello di composizione (sua la maggior parte dei brani) troviamo il gusto per le metriche irregolari e i groove sorprendenti delle prime collaborazioni fra Eric Dolphy e Booker Little (‘Far Cry’ soprattutto). Il tutto viene calato in un contesto contemporaneo in cui grande influenza hanno la formazione gospel di Keyon e la sua passione per tutta la musica “urban”, ovvero r&b, soul e hip-hop. Pure con una strumentazione acustica, la band di Harrold utilizza spesso colori e melodie tipiche della musica popolare nera moderna, secondo una prassi già avviata da musicisti come Russell Gunn e Tia Fuller. Nella formazione troviamo altri giovani rampanti come Marcus Strickland (sax), Dezron Douglas (contrabbasso), Danny Grissett (piano, rhodes), EJ Strickland ed Emanuel Harrold (batteria), cui si aggiunge il venerabile Charles Tolliver per un bel duetto trombettistico sull’iniziale, aggressiva ‘TMF Nutz’. Brani come ‘Shirley’s Blues’ e ‘Hip Hop Joint’ declinano il post-bop in chiave funky anni ’70 e hip-hop; ‘Amazing Grace/Lord, My God’ è un medley di gospel dal sound particolarmente arioso e lieve, grazie all’uso del sax soprano, con una bella seconda parte vigorosa e ritmicamente concitata; molto particolare la rilettura di ‘Peace’, che con la chitarra assume toni quasi bossanova, mentre ‘Keyon Beyond’ sovrappone un ritmo di marcia ad uno hip hop con grande effetto trascinante.

Con questo album, Keyon Harrold si inserisce dritto fra i giovani musicisti di grande talento. E’ un vero peccato che la sua fittissima agenda da session man e arrangiatore non gli permetta di incidere più spesso a suo nome.
(Negrodeath)

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