FREE FALL JAZZ

Quando il 33 giri fece finalmente la sua comparsa, si aprì un mondo di possibilità per musicisti e discografici. Una su tutte, quella di poter incidere opere di lunga durata, e quindi di poter riportare su disco ciò che si poteva sentire, in precedenza, solo dal vivo. Per Bob Weinstock, capo della Prestige, fu una vera manna dal cielo: finalmente i jazzisti potevano esprimersi in studio come dal vivo – questo lo portò a incidere e pubblicare un enorme numero di lavori, spesso in forma di lunghe jam session. Un formato caduto poi in disuso, che oggi ad alcuni piace denigrare, ma che non di rado dava vita a sessioni entusiasmanti, soprattutto con un po’ di lavoro preparatorio a monte. Gene Ammons, uno dei più riconoscibili e sottovalutati tenoristi, registrò sette album in un paio d’anni per Weinstock: tutti quanti fatti di jam session con brani molto lunghi (a volte vicini ai quindici minuti, originali alternati a qualche standard) e Mal Waldron in veste di accompagnatore e arrangiatore. ‘Groove Blues’ è uno dei migliori della serie e vedere schierata una formazione imponente, tant’è che nei primi due lunghi, fantastici blues a tempo medio troviamo ben cinque fiati: oltre al leader ecco l’altro tenore di Paul Quinichette, il baritono di Pepper Adams, il contralto di… John Coltrane (riconoscibilissimo, in pieno stile sheets of sound) e il flauto di Jerome Richardson, che conferisce un particolare colore quasi esotico al blues. Ammons e Richardson duellano amabilmente nella veloce ‘Jug Handle’, mentre è il solo Coltrane lo sparring partner designato nella lunga e avvolgente versione di ‘It Might As Well Be Spring’. Che altro aggiungere? Ammons fa meraviglie col suo sax grasso e caloroso, dal fraseggio sempre logico e asciutto eppure così vicino all’espressività viscerale del rhythm’n'blues, e il resto della truppa non fa altro che incalzarlo, affiancarlo, sostenerlo e spingerlo oltre il limite.

Da avere, come tutto il resto della serie. Per la cronaca, la stessa formazione nello stesso giorno incise pure ‘The Big Sound’.
(Negrodeath)

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