FREE FALL JAZZ

Nel recensire questo concerto tengo in sottofondo ‘Now He Sings, Now He Sobs’, disco ormai classico del 1968 con la ritmica di Roy Haynes e Miroslav Vitous, e penso che cosa, potenzialmente, sarebbe potuto uscire fuori dal concerto di venerdì scorso con una sezione ritmica altamente qualificata come quella composta da Christian McBride e Brian Blade. Corea ha battuto tutti i campi della musica jazz, da quello classico a quello elettrico, fino all’avanguardia – i mitici Circle -,  finendo alla fusion, mantenendo però inalterato il tocco pulito del piano, con quelle contaminazioni “spanish”, che da sempre caratterizza la sua musica. Nel concerto di apertura del Bologna Jazz Festival, all’EuropAditorium quasi esaurito, il pianista torna a riproporre il classico trio jazz. I tre musicisti, 71 anni Corea e quarantenni i compari, non hanno creato uno scontro generazionale, anzi, pur non ancora molto affiatati, hanno ripercorso, per l’entusiasmo dei presenti, un vasto repertorio, passando in rassegna composizioni di Shorter e Monk (tra gli altri), ma anche proprie. È stato quindi un repertorio “classico”, dove sono però mancate le tensioni e le potenzialità di McBride e Blade: sicuramente scarseggia ancora l’intesa tra i tre, che forse potrebbe portare delle accentuazioni più nervose, da cui trarrebbe sicuro giovamento l’interplay della formazione. Buon concerto, comunque, anche se con riserva: non eccezionale, ma ha soddisfatto il pubblico presente e il gruppo, con un po’ di rodaggio, potrebbe essere rivalutato in qualche concerto futuro. Il prossimo appuntamento (martedì 20 Novembre) sarà con un mito della chitarra: Jim Hall. (Maurizio Zorzi)

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