FREE FALL JAZZ

Doppia recensione per due doppi CD! Questi due cofanetti del’etichetta Geodesic documentano in maniera molto convincente il movimento musicale della Motor City, Detroit, rappresentati dal collettivo CAC (Creative Arts Collective) dal 1979 al 1992. L’idea del collettivo nacque nei primi anni ’70, dopo un workshop con Roscoe Mitchell, nelle menti di un gruppo di studenti tra i quali il chitarrista Spencer Barefield. Durante questi 13 anni i progetti presentati dal CAC furono unici e poterono avvalersi della presenza di protagonisti della musica di avanguardia come David Murray, Muhal Richard Abrams, Andrew Cyrille, George Lewis, Oliver Lake e molti altri. I documenti qui raccolti, davvero notevoli, sono i concerti del trio di Douglas Ewart con Tani Tabbal e A. Spencer Barefield e di Leroy Jenkins con il New Chamber Jazz Quintet. Grande merito della registrazione del trio, è quella di dare visibilità a un maestro come Ewart, che ha registrato pochissimo a suo nome e del quale rimangono impresse le registrazioni con George Lewis degli anni ’70 per l’italiana Black Saint. Qui Ewart oltre al flauto, strumento principale, si cimenta anche al clarinetto basso, al sax alto e, sopratutto, al fagotto,ed è accompagnato da Barefield alla chitarre e da Tabbal a batteria e percussioni. Tutti e tre, vantano ampie collaborazioni con musicisti importanti, tra i quali i già citati Roscoe Mitchell, Oliver Lake e David Murray. La registrazione, live, effettuata nell’aprile del 1981 e attribuita soprattutto a Ewart e Barefield,  è composta da due set e utilizza l’ampia gamma di strumentazione del trio. Dall’iniziale ‘Mirror World Suite’, superbo dialogo tra chitarra e clarino basso, passando per ‘Dreams of Shaman Shango Files’ fino allo stupendo ‘Sound Constellations’ in solo di Ewart, dedicato a Dolphy, l’ascolto si sviluppa come un lungo viaggio musicale. Un disco da ascoltare tutto di un fiato senza pause.

Dalle atmosfere più sognanti ed etniche del trio si passa all’improvvisazione più rarefatta e razionale del New Chamber Jazz Quintet: anciora Barefield e Tabbal, Faruq Z Bey al sax tenore, Jaribu Shahid al basso, Anthony Holland al sax alto e soprano, aumentati da Leroy Jenkins al violino. Jenkins, che ha liberato il violino dall’estetica del conservatorio portandolo a ricercare tutte le possibilità di suoni e frasi, lascia molto spazio ai suoi compagni, una vera e propria all star, creando un fenomenale equilibrio tra le parti. Non tragga in inganno il titolo, questa è tutt’altro che musica da camera: è un avant jazz ancora attuale rispetto alla sua registrazione del 1981. (Maurizio Zorzi)

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