FREE FALL JAZZ

Questa session del 1967 esce dai soliti parametri del catalogo Blue Note di quegli anni. Questo dovuto alla presenza di Ornette Coleman, qui solo alla tromba, che riuscirà anche a sdoganare la “new music”, registrando nei due anni seguenti un paio di dischi per la suddetta etichetta. Ma anche e soprattutto alla scrittura di Jackie McLean, molto più avanguardistica del suo collega nel brano di apertura: “Lifeline” è una suite, divisa in 4 movimenti, che occupa tutta la prima facciata, dove si intersecano call and response, note tenute, la tromba sbilenca di Ornette, armonie e linee melodiche complesse, fino a echi blues. Blues da dove i nostri discendono. Gli altri componenti (il pianista Lamont Johnson, il batterista Billy Higgins e Scott Holt al basso) assecondano le intenzioni e le idee dei nostri, puntualizzando sempre con un’ampia varietà di colori il pezzo. Sembra che McLean sia un freeman, facendo il verso a Ornette, mentre quest’ultimo, oltre a trasportare alla tromba le sue idee sviluppate sul sax, cita anche Don Cherry. Il brano che dà il titolo al disco, apertura della seconda facciata, è firmato da Coleman, così come anche il terzo. È un gioioso esempio di hard bop, dove l’ostinato piano di Johnson crea un tappeto sonoro sul quale McLean e Coleman, dopo l’esposizione del tema, si rincorrono improvvisando liberamente, soprattutto il secondo.
Notevole il supporto ritmico di Holt, che si libera dagli schemi tipici dell’hard bop, mentre il piano riporta il brano verso i canoni classici del suono Blue Note di quei anni. La sessione si conclude con un pezzo melodico giocato dal sax di Jackie, al quale fa da contrappunto la tromba sordinata di Ornette. Un disco importante sia per McLean che per la Blue Note, forse non menzionato abbastanza… E poi vuoi mettere ascoltare Ornette alla tromba?? (Maurizio Zorzi)

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