FREE FALL JAZZ

Tyshawn Sorey descrive “trans-idiomatico” il suo approccio alla musica. Ok, ne prendiamo atto. E’ il batterista dei Five Elements di Steve Coleman. Nelle note di copertina scrive che le dieci canzoni di ‘Oblique-I’ sono parte di un corpus di quarantadue, scritte nel giro di quattro anni (2002-2006) in seguito ad una lunga conversazione con Anthony Braxton, musicista che gli ha pure fatto da mentore in passato. Per finire, cita fra i suoi ispiratori di quel quadriennio, oltre a Braxton e Coleman, gente come Henry Threadgill, Bela Bartok e Karlheinz Stockhausen. A questo punto è difficile aspettarsi un disco stile Kenny G, ma questo già dalla copertina lo si poteva escludere. Battutacce a a parte, ‘Oblique-I’ è un album di musica cerebrale e geometrica che fan ben poco per venire incontro all’ascoltatore. Assieme al batterista troviamo la chitarra di Todd Neufeld, vicina a Libery Ellman e Mark Ribot, il piano (elettrico e non) di John Escreet, il sax di Loren Stillman e il basso di Chris Tordini. Il primo brano, ‘Twenty’ schiera l’intero quintetto lungo una complessa costruzione armonica, priva un tema vero e proprio, con un poderoso piano à la Cecil Taylor e groove tanto potenti quanto obliqui. Nel resto dell’album gli stessi musicisti sono raggruppati in formazioni più piccole, a partire da ‘Eighteen’ per il solo contralto. L’imponente ‘Thirty-Five’ comincia con un sax e piano e si evolve in un brano multiforme ed esplosivo, dove Escreet alterna i pianoforti con agilità; ‘Seventeen’ è un aggressivo pezzo chitarra-basso-batteria in cui improvvise esplosioni si alternano a brevissimi momenti di calma; ‘Twenty-Five’ è un lento dominato dal piano elettrico, soffuso e quasi confortevole. Il sound messo a punto da Sorey, in sostanza, unisce camerismo astratto e originali groove in brani che cominciano e finiscono all’improvviso, fra composizione e improvvisazione, in cui solo il sax vuole/riesce a dare un vago appiglio melodico – ammesso che sia presente. A volte viene in mente pure il Tony Williams dell’illuminato ‘Lifetime’, sebbene molto alla lontana.

‘Oblique-I’ è un lavoro estremamente interessante e ricco di spunti, tanta musica tortuosa e imprevedibile con diversi momenti davvero esaltanti. Ne risentiremo parlare.
(Negrodeath)

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