FREE FALL JAZZ

Innanzitutto, perché andare a Cerkno? Semplice: per vedere i posti dove si possono sentire nomi che in Italia fanno fatica a venire, tranne per l’entusiasmo di pochi (vedi Area Sismica a Forlì). Qui si ritorna al solito discorso sulla musica jazz in Italia: poche novità, pochi rischi e cartelloni zeppi dei “soliti noti”. Anche se non è questa la sede, il fatto di ribadire queste considerazioni speriamo che porti, nel tempo, goccia dopo goccia, a considerare dei cambiamenti nelle proposte sia su rassegne che club. Certo, l’amico Bostijan, che gestisce oltre alla direzione artistica del Bar Gabrijel, dove si svolgono i concerti, che la rassegna estiva, ha sicuramente degli aiuti, ma la voglia di proporre novità è tanta. I musicisti, accolti come amici,  vengono più che volentieri, e anche se il luogo non è il più idoneo per la musica (vedi foto) suonano al massimo, come appunto in questo concerto dei Lean Left, davanti forse a 50 persone, con una rappresentanza di una decina di italiani.

Il progetto ideato da Therry Ex (non a caso il sottotitolo del gruppo è “The EX guitars meet Nilssen-Love/Vandermark Duo”) rovescia una quantità sonora che a distanza ravvicinata potrebbe diventare letale per le orecchie. I due EX sono degli ex-punk prima maniera ma assolutamente ultra creativi: devo dire che non sono un amante della chitarra, figurarsi due, ma l’utilizzo più ritmico/armonico di Andy Moor e quello più rumorista di Therry Ex creano un tappeto sonoro notevole per i sax di Vandermark, il tutto sostenuto da un approccio ritmico di Paal, rock ma in certi punti funkeggiante. Il concerto si è sviluppato su due pezzi più un piccolo bis: sono improvvisazioni collettive, ma guidate da una grande relazione tra i componenti del gruppo. Certo, l’attacco è quello più devastante, ripeto soprattutto per chi come me non ama le chitarre, ma a parte il primo impatto dopo è una musica molto coinvolgente, grazie alle qualità improvvisative di Ken, che dimostra ancora una volta di essere l’esponente di spicco della nuova musica chicagoana, stasera meglio al tenore che al baritono. Non una musica di facile ascolto, certo, ma sicuramente una direzione per la nuova musica improvvisata. (Maurizio Zorzi)

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