Dopo il non esaltante, almeno per il sottoscritto, ‘Age Of Energy’ in duo con Chad Taylor (Chicago Underground Duo), nuova uscita per Rob Mazurek. Passate le stupende orge musicali del Sao Paulo Underground, sia su disco che dal vivo, questo è un disco fortemente jazz… E che disco! Uno dei più sorprendenti finora realizzati dal possente Rob, che farà felici quelli che lo hanno seguito e apprezzato negli ultimi decenni. Il solido quartetto messo assieme, Angelica Sanchez al piano, Matt Lux al basso e John Herdon alla batteria, oltre al leader alla cornetta,  sviluppa una musica fresca, che non cade mai nelle ovvietà di fraseggi jazz familiari. Anche nell’intro del brano iniziale, ‘Primitive Jupiter’, da una citazione pianistica stile Blue Note (rimando agli esordi di Rob?) si passa immediatamente allo sviluppo dell’estetica musicale di Mazurek, sostenuta dalla poliritmia di Herdon e dal pianismo della Sanchez. Si spazia da sonorità più free a quelle più intimistiche e sensibili nel giro di pochi attimi: non c’è tempo per rilassarsi, questa è una musica che richiede notevole impegno all’ascolto. Anche nella seguente ‘Magic Saturn’, la pulizia del suono della cornetta scintillante è riconducibile a una sensibilità che sembra lontana anni luce dai primi lavori di Rob. Cosa rimane dell’incontro con Pharoah Sanders ? Forse “Spiritual Mars”, come da titolo il brano più spirituale, dove la cornetta rifà le veci del tenore del faraone. C’è una grande creazione del suono, dove finalmente anche Herdon sembra avere trovato la sua dimensione, non solo più fisica, e la Sanchez riprende il pianismo essenziale di Alice Coltrane. Ecco, forse questa è la definizione di questo disco, “essenziale”, che, se ancora ce ne fosse bisogno, conferma che Rob Mazurek è il nostro uomo per il futuro di questa musica. Sicuramente un disco che sarà candidato tra i migliori dell’anno. (Mau)