FREE FALL JAZZ

Le strizzate d’occhio tra musica jazz e cartoni animati sono qualcosa che parte molto da lontano: si pensi a Benny Goodman che partecipa alla colonna sonora del ‘Musica Maestro’ di Disney (1946) o a Louis Armstrong che, in carne ed ossa, introduce un episodio di Betty Boop (addirittura 1932). Noi, senza pretese esaustive (ci mancherebbe), vogliamo giocare “all’inverso” e, anzichè citare gli innumerevoli jazzisti che si sono prestati ai disegni animati, peschiamo tre cartoni che si sono prestati al jazz. Lo sappiamo, ci sarebbero anche gli Aristogatti: nulla contro di loro, anzi, ma sarebbe stata una scelta fin troppo ovvia. E poi ‘Tutti Quanti Voglion Fare Jazz’ ci ha abbondantemente scorticato le sfere del dragone.

#3) Tapps Tucker da Jem & Le Holograms

La gif emicranica che vedete sopra l’abbiamo indebitamente prelevata qui, ed è perfettamente in linea con lo stile di Jem, una serie così anni ’80 che per guardarla senza subire danni alle cornee tocca munirsi di un vetro affumicato. Fondamentalmente è una versione sbrilluccicosa (cit.) dei GI Joe, con le armi sostituite dalle chitarre e una colata di colori catarifrangenti che sembra pubblicità occulta ai tratto video. Per il resto, le lotte tra i buoni e i cattivi sono simili: Jem & Le Holograms sono le popstar dal cuore d’oro, che parallelamente alla musica gestiscono una specie di orfanotrofio al femminile e devono difendersi dai continui sabotaggi delle rivali Misfits (non sappiamo se il nome sia un tributo a Glenn Danzig, ma nel caso massimo rispetto). Sabotaggi che, per inciso, sfociano sistematicamente nell’illegalità più impunita: nel mondo reale vanterebbero una fedina penale che manco un crips rinchiuso a San Quintino. Ovviamente chi non faceva il tifo per queste ultime è un fan di Kenny G. Venendo finalmente a noi, in un episodio salta fuori Tapps Tucker, trombettista: una sorta di versione politically correct e drug free del buon Miles Davis. Jem e socie vogliono aiutarlo a ricostruire il suo leggendario quartetto degli anni ’40, ma dovranno fare i conti con le Misfits che, per un tornaconto del loro losco manager, saranno in prima linea a mettere i bastoni tra le ruote. Se avete a portata di mano un filtro solare, l’episodio è visibile qui sotto.


La seconda parte è visibile qui.

#2) Gengive Sanguinanti Murphy da I Simpson

Lisa Simpson lo incontra per la prima volta mentre suona su un ponte, riferimento neanche troppo velato a Sonny Rollins, che durante il suo momentaneo ritiro dalle scene andava a suonare sul Williamsburg Bridge. Non è l’unica citazione: nel tipico stile di Matt Groening le allusioni si annidano fitte attorno al personaggio. Da ”Round Springfield’ (titolo dell’episodio che vi proponiamo qui) alla partecipazione a I Robinson, fino allo stereotipo del jazzista caduto in disgrazia e distrutto dalle sue dipendenze (nello specifico, perdonateci lo spoiler, quella dalle uova fabergè. Meraviglioso). Ciliegina sulla torta nell’adattamento italiano è il doppiaggio magistrale (Uagliò, lo dico io quando basta!) ad opera di Pino Ammendola, che, se siete persone serie e rispettabili, ricorderete almeno in ‘Al Bar Dello Sport’.


La seconda parte è visibile qui.

#1) Three Little Bops da Looney Tunes

Vero, considerando i Three Little Bops come un solo personaggio tecnicamente abbiamo barato, ma è uno strappo alla regola che potete perdonarci. Per capire perchè siano al #1 è sufficiente vedere il cortometraggio qui sotto, noi però qualche anticipo ve lo diamo: i tre porcellini (già visti nell’universo Looney Tunes) diventano jazzisti. Il solito big bad wolf stavolta si ritrova a soffiare aria in una tromba per spazzare via i locali in cui suona il trio, reo di non voler jammare con il nemico. La musica pare sia stata suonata da un manipolo di idoli assoluti: l’unico certo è Shorty Rogers alla tromba, come evidenziato dai credits. Per gli altri si fanno nomi ufficiosi, il cui elenco vi incolliamo da wikipedia: Saxophone – Pepper Adams (or possibly Jimmy Giuffre), Piano – Pete Jolly, Guitar – Barney Kessel, Bass – Red Callender (or possibly Red Mitchell), Drums – Stan Levey (or possibly Shelly Manne). La Warner Bros ne sapeva a pacchi.

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