FREE FALL JAZZ

Qui da noi è ormai sempre più diffuso abbinare i concerti jazz a degustazioni enogastronomiche, con tanto di ristoranti che iniziano a sponsorizzare gli eventi e tutto quel che ne consegue. Gli Stati Uniti invece da questo punto di vista sono sempre stati molto avanti, tanto che uno dei festival jazz più longevi e importanti d’America è patrocinato da quelli di Playboy (rapporto che ci ha regalato parodie di livello assoluto tipo questa). La prima edizione del Playboy Jazz Festival risale al 1979 (escludendo una sorta di “pilot” di ben vent’anni prima), condotta dal “nostro” Bill Cosby, che negli anni successivi ha indissolubilmente legato il suo nome all’evento, e così sarà anche per l’edizione 2012, che prende il via proprio oggi. Un articolo del Los Angeles Times (del quale vi proponiamo una traduzione qui di seguito) ha però annunciato che per l’ex Dottor Robinson, 75 anni tra un mese, sarà l’ultima volta su quel palco. 

Dopo più di trent’anni di innumerevoli battute dal lato del palco dell’Hollywood Bowl, Bill Cosby ha annunciato che si ritirerà dal ruolo di presentatore del Playboy Jazz Festival dopo la trentaquattresima edizione in programma questo weekend.

“Bill è un mio caro amico sin dagli anni ’60 – ha spiegato il patron di Playboy Hugh Hefner in un comunicato stampa – Per me è stato un vero piacere averlo come parte integrante in ciò che ha reso questo festival così speciale. Il suo grande talento come comico e la sua passione per il jazz, ben dimostrata dalla sua band, i Cos Of Good Music, hanno contribuito in maniera incommensurabile al successo di questo evento”.

Il ruolo da presentatore di Cosby risale già dalla prima edizione del festival, nel 1979, che iniziò come celebrazione per il venticinquennale di Playboy. Da allora Cosby ha presentato il meglio del jazz al festival, da Miles Davis a Benny Goodman passando per Herbie Hancock e Sarah Vaughan.

Nel 1995 iniziò anche a mettere insieme una band da lui condotta, Cos Of Good Music, con la quale di frequente si cimentava spesso dietro la batteria. In un’intervista del 2011 con il Times (purtroppo non lunghissima, ma che presto vi riproporremo, nda.), Cosby racconta la sua lunga storia d’amore col jazz menzionando il suo apprezzamento per la musica di George Benson, Thelonious Monk ed Etta James e parlando anche del fascino che nutre verso le radici del genere.

“Il primo disco che, nella mia ignoranza, mi fece ridere, fu ‘Misterioso’ in un’incisione di Monk – ricorda Cosby – Mi misi a ridere e dissi: ‘posso farlo anch’io! Che razza di modo di suonare è questo? Posso farlo con due dita’… Poi iniziò l’assolo”.

“L’assolo è il centro di tutto – aggiunge – Devi essere davvero concentrato, perchè è lì che emerge la loro interpretazione artistica”.

È difficile immaginare qualcun altro lì al Bowl nei suoi panni – e nel paio di crocs ultra casual che sfoggiava ultimamente – ma chiunque verrà scelto, avrà da portare avanti una tradizione tanto importante quanto quella dei musicisti che si susseguono sul palco.

 

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