Cos’hanno in comune il jazz e i fumetti? Bella domanda. Io, personalmente, non mi ero mai posto il problema. Poi si sa: le vie di internet sono assurde e uno può imbattersi in un articolo pubblicato ieri su Comic Book Resources, in cui il Sergente Phillip Kennedy Johnson, trombettista nella U.S. Army Field Band (la banda ufficiale dell’esercito americano), nonché sceneggiatore di fumetti e aspirante scrittore, prova a spiegare il proprio punto di vista sulle similitudini tra le vignette e la musica di cui leggete su questi lidi. L’articolo originale è visibile qui, ma data la singolarità dell’argomento ve ne proponiamo anche una pronta traduzione in italiano di seguito.
Scrivo queste righe consapevole che non ci sia una precisa categoria a cui indirizzarle. La maggioranza di chi legge è interessata alla musica o ai fumetti, mentre sono pochi gli entusiasti di entrambe le cose. La maggior parte dei miei amici e colleghi mi identifica come un musicista che ama il jazz o come uno sceneggiatore che ama i fumetti e, qualunque sia la categoria di appartenenza, nessuno di loro comprende fino in fondo perché io sia interessato anche nell’”altra cosa”. La risposta è semplice: sono uguali.
Con solo un secolo di storia alle spalle, la relativamente giovane arte del jazz è uno dei più grandi contributi culturali d’America al mondo intero. L’arte del fumetto è persino più giovane, e nella sua evoluzione sta assorbendo qualità simil-jazz. Entrambe le industrie agli albori hanno combattuto contro la censura, entrambe le forme d’arte ruotano attorno a un piccolo team creativo ed entrambe hanno sviluppato i propri sottogeneri, ognuno con il proprio seguito di culto. Le similitudini sono molte e significative, ma una delle più rilevanti è che tutte e due fanno affidamento “sullo standard” e sull’artista/creatore.
Sin dagli inizi, il jazz ha trovato nello standard il modo più comune in cui manifestarsi. La maggior parte degli standard di jazz è formata da canzoni popolari che vanno dagli anni ’10 agli anni ’40, reliquie della “Tin Pan Alley”-era del songwriting. Molte canzoni che in origine erano successi pop adesso sono patrimonio del jazz, rilette in quest’ultimo genere in tante versioni da svariati musicisti. Per avere un’idea dell’evoluzione di questo genere ascoltate le registrazioni di ‘I Got Rhythm’ dagli anni ’30 ad oggi.
Per avere un’idea dell’evoluzione dei fumetti, leggete Detective Comics dal 1939 ad oggi.
Batman. Superman. Captain America. Spider-Man. Wonder Woman. Wolverine. Questi personaggi sono i “jazz standard” dell’industria fumettistica. Tutti gli artisti che sognano di diventare grandi si fanno le ossa su di loro.
Andate ad assistere ad una lezione di musica tenuta da un jazzista e spesso sentirete suonare ‘All The Things You Are’, ‘Autumn Leaves’, ‘My Funny Valentine’ o qualche altra vecchia canzone ben nota ad ogni studente di jazz. Canzoni popolari prima che i nostri genitori nascessero. Cosa ispira un musicista jazz a suonare le stesse consumate canzoni generazione dopo generazione?
Un tema o una progressione d’accordi semplice e ben costruita, che si presta bene all’interpretazione creativa.
Andate a un Artist Alley presso una qualunque convention di fumetti. Troverete fumettisti di professione intenti a disegnare e vendere schizzi che raffigurano quei supereroi tanto amati, la maggior parte dei quali più vecchi dei disegnatori stessi. Dopo tutti questi anni cos’è che rende questi personaggi così attraenti agli occhi di artisti e lettori? Un tema semplice ma ben costruito, che si presta bene all’interpretazione creativa.
Tutti i fumetti “senza tempo” si basano su una storia che può essere riassunta in una singola frase:
Quando i genitori di un ragazzo vengono brutalmente assassinati davanti ai suoi occhi, questi decide di dedicare la sua vita a combattere il crimine in una città oscura e corrotta.
Unico sopravvissuto di un pianeta lontano, un super uomo si mimetizza tra gli esseri umani per portare speranza e giustizia nel suo mondo adottivo.
Uno studento liceale sviluppa forza, velocità e riflessi sovrumani grazie al morso di un ragno radioattivo, imparando infine che da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
Questi personaggi sono l’equivalente fumettistico di ‘Autumn Leaves’. Anche un bambino dell’asilo potrebbe fischiettarne la melodia, ma i jazzisti l’hanno usata per farne cose meravigliose sin dagli anni ’20. E versioni sempre nuove e ricche d’inventiva continuano ad essere prodotte tutt’oggi. Come con Batman, Superman o Spider Man, la premessa più essenziale diventa il punto di partenza per una storia unica e personale.
‘’Round Midnight’ viene spesso definita “l’inno nazionale del jazz”. È il tipo di canzone che puoi provare per tutt’una vita, scoprendo modi di suonarla sempre nuovi. Ho sentito centinaia se non migliaia di assoli improvvisati sulle sue note. Una grande versione di ‘Round Midnight’ è un tesoro. Le migliori, per quanto uniche, partono sempre dalla solita, fischiettabile melodia, dando modo all’ascoltatore di apprezzare una volta di più la bontà della composizione originale.
Batman è il ‘Round Midnight’ dei fumetti. Ogni nuovo arco di storie parte sempre dallo stesso punto: i genitori di un ragazzo vengono brutalmente assassinate davanti ai suoi occhi e lui decide di dedicare la sua vita a combattere il crimine in una città oscura e corrotta. E quindi? Pensereste che ci annoieremmo a leggere ogni anno sempre la stessa storia.
E invece no. Come per ‘Round Midnight’, la ragione per cui non ci annoiamo è la visione, l’interpretazione e l’esecuzione di chi crea. Le migliori storie di Batman esplorano nuovi aspetti del personaggio senza comprometterne l’identità, dandogli maggiore profondità e arricchendo le storie già scritte in passato.
Thelonious Monk ci ha mostrato cosa sia possibile fare con ‘Round Midnight’ omaggiandone la melodia, svincolandosi lentamente da essa e infine tornandoci su, come in una conversazione tra due persone.
Miles Davis ci ha mostrato l’eleganza della sottolineatura, affidandosi tanto al suono quanto alla melodia.
Lee Konitz, Brad Mehldau e Charlie Haden ci hanno mostrato come ricostruire una melodia dai suoi stessi elementi e come usare ogni nuova variazione come tema per la variazione successiva.
Amy Winehouse ci ha mostrato come abbandonare la convenzione apponendo la sua personale firma, impossessandosi di una canzone che nessuno si sarebbe aspettato di sentire da lei.
Dennis O’Neil e Neal Adams ci hanno ricordato che Batman può incutere paura ed essere intimidatorio, introducendo personaggi più oscuri e complicati in storie come ‘Daughter Of The Demon’.
Frank Miller ha compiuto un ulteriore passo in avanti con ‘The Dark Knight Returns’, ‘Year One’ e ‘All-Star Batman and Robin’, mostrandoci un Batman completamente privo di rimorsi e senza compromessi.
Jeph Loeb e Tim Sale hanno esplorato i primi anni di Batman, mostrandoci un Harvey Dent non ancora Two Face e la transizione di Gotham City dal crimine organizzato a criminali dal taglio più psicotico e teatrale.
Scott Snyder ci ha poi mostrato secoli di storia di Gotham City, definendo la sua architettura, le sue famiglie più influenti e il ruolo della famiglia Wayne.
Apprezzare il jazz non comporta imparare le canzone, semmai imparare i musicisti. Graviti attorno ai tuoi musicisti preferiti, scopri con chi hanno suonato e scopri questi con chi hanno suonato a loro volta. Impari a riconoscere l’influenza di um musicista su un altro, di una generazione su quella successiva e, con anni di ascolti, inizi ad avere un’idea dell’evoluzione di questa forma d’arte. Apprezzare i fumetti comporta un percorso simile: impari chi ha scritto e disegnato i tuoi albi preferiti, con chi altri hanno lavorato, cos’hanno fatto dopo.
Se qualcuno tra i lettori desidera che il primo grande quintetto di Miles Davis avesse registrato più album, vada a leggersi American Vampire di Scott Snyder illustrato da Rafael Albuquerque. Se preferite il secondo quintetto andate a leggere lo stesso fumetto, illustrato però da Sean Gordon Murphy. Proprio così, l’ho detto: Scott Snyder è Miles Davis, Rafael Albuquerque è John Coltrane e Sean Gordon Murphy è Wayne Shorter. Non mi credete? Andate a leggere. O, se siete già lettori, andate ad ascoltare.