FREE FALL JAZZ

Erano anni che non mi avvicinavo più all’ECM. La curiosità di sentire il SoupStar, che dal vivo mi ha sempre emozionato, con l’aggiunta di due musicisti come Louis Sclavis e Gerald Cleaver mi fatto saltare l’ostacolo. Inoltre anche la presenza di un brano che amo, Ida Lupino, ha fatto da par suo. Nonostante queste premesse, il disco purtroppo conferma le stesse caratteristiche “nordiche” dell’ECM. Suonato e registrato benissimo beninteso, ma che non riesce a emozionare. Peccato perchè dal pezzo iniziale, What We Talk About When We Talk About Love, un incedere su piano e batteria ipnotico dove il trombone di Petrella si inserisce benissimo, fino a Ida Lupino, le premesse per un gran disco c’erano tutte. L’ottima intesa tra i musicisti, rende l’ascolto molto piacevole anche se molto riflessivo, i colori e i ritmi si sovrappongo in maniera ottimale. Ma raggiunto il climax, appunto con Ida Lupino,  l’intensità musicale scema anche se resta ancora aggrappata alla coda del pezzo seguente Per I Morti Di Reggio Emilia. La seconda parte del Cd diventa molto più intimistica e rarefatta, sembra quasi un disco in duo, dove i protagonisti sono Petrella e Guidi, anche senza incidere come nel loro SoupStar. Gerald Cleaver rimane relegato alla sola colorazione senza più impostare il ritmo, mentre scompare quasi del tutto Sclavis. Resta, quindi, un ascolto molto intimistico e riflessivo, adatto alle atmosfere autunnali, ma che pecca di avvicinarsi di molto alla “solita” estetica ECM.
(Maurizio Zorzi)

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