FREE FALL JAZZ

L’8 Aprile 2016 la Cleanfeed Records, casa discografica portoghese, pubblica ‘Leaps in Leicester’, un’opera di altissimo livello, testimonianza dell’incontro tra il pianista Alexander Hawkins e il “Colosso” Evan Parker. Il territorio è quello della free improvisation, attraverso la quale i due artisti dialogano, si scoprono e plasmano a loro piacimento melodie, rumori, suoni, silenzi, metri e timbri, prescindendo da qualsiasi forma musicale. L’eleganza di Hawkins riesce a esaltare la genialità di Parker, a volte in contrappunto, altre imitando e altre ancora in pieno contrasto. I quadri sonori sonori che man mano si succedono hanno, come sfondo, tonalità poetiche, un po’ crepuscolari, anche molto intime. La violenza sonora, la tensione drammatica, tipiche di molto produzioni di genere, qui fanno il paio con un intrecciarsi di melodie e con una dolcezza che permea ogni traccia.

L’incontro è stato registrato da Chris Trent in un unica sessione, il 27 Febbraio 2015, presso il Centro Artistico dell’Università di Leicester. Lo stesso Trent e Adam Skeaping ne hanno poi curato il mix e l’editing, conservando l’atmosfera creatasi in studio. Il CD è costituito da quattro improvvisazioni libere, ognuna delle quali disegna il cammino artistico scaturito dalla performance. S’inizia con ‘Jumpo Start’, dove i flussi melodici s’infittiscono sempre più, per farsi via via più serrati. Parker fraseggia con malinconia e mescolando il proprio suono con la delicatezza di Hawkins ci conduce all’intensità palesata nel finale. ‘Gambade’ inizia con suoni meno convenzionali, qualche rumore, corde stoppate, soffi, brusii che creano un’indefinita introduzione, da cui germinano fraseggi spezzati, a volte nervosi. Centrale nel brano è il gioco tra le dinamiche e il sapiente uso dei clusters con il pianoforte. ‘Capriole’, a tratti “diabolico”, si rivela costruito su due piani sonori: il ruolo lirico, melodico del sax e la ricerca sonora del pianoforte che sfrutta tutto il proprio volume.

Infine ‘The Scimmy (for Tony Marsch)’, una vera e propria suite. Tutto ciò che ha connotato i brani precedenti qui è riproposto, mescolato, sviluppato. E’ un’affermazione del proprio io musicale, una narrazione poetica dell’esperienza estetica che Parker e Hawkins hanno vissuto insieme. Il metro e i fraseggi sono sempre più spezzati e elaborati, grazie al sapiente uso dei silenzi il carattere intimo rimane come costante anche qui.

Ottimo CD, dallo spessore artistico elevato; Alexander Hawkins si dimostra in piena maturità artistica e Evan Parker manifesta la sua levatura, il suo genio e la sua profondità, degne di uno tra i migliori musicisti della nostra epoca.
(Paul76)

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