FREE FALL JAZZ

Mike Reed pensava di concludere la missione del gruppo People, Places & Things con il terzo album, una volta conclusa la narrazione in musica delle diverse anime ed epoche della sua Chicago. In realtà già il quarto volume lasciava pensare ad un proseguimento, e ora abbiamo pure un quinto capitolo che lo ribadisce – per fortuna! Con ‘A New Kind Of Dance’ il batterista vuole fare musica che spinga, in maniera diretta o indiretta, a ballare. “Questo è il nostro continuo tentativo di far muovere la gente, che sia nelle loro teste o riflesso dai loro corpi”, si legge nelle note di copertina, con una limpidezza esemplare che mette in risalto il cuore stesso del jazz. Nel disco il quartetto, completato dai sax di Greg Ward (alto) e Tim Haldeman (tenore) e dal contrabbasso di Jason Roebke, affronta con scioltezza e libertà ritmica una serie di brani concitati e nervosi, con un occhio di riguardo per temi orecchiabili e un tantino convulsi in stile bebop. I sax si scambiano frasi con agilità e una sensibilità blues che fa costantemente capolino dal fraseggio spigoloso di Ward come da quello più cremoso e fluido di Haldeman, e anche quando i due improvvisano contemporaneamente o si spalleggiano a vicenda con riff, non manca mai un filo conduttore nè il senso di moto in avanti: Reed e Roebke controllano perfettamente l’andamento del gruppo, alternando pieni e vuoti, furia e relax con la massima naturalezza. Come al solito non mancano gli ospiti: stavolta è il turno della tromba di Marquis Hill, splendida nel gioioso afrobeat ‘Kwela For Taylor’, e del piano esplosivo di Matthew Ship. Oltre ad una serie di brani originali, tutti quanti riusciti, val la pena di citara una bellissima e minimale ‘Star Crossed Lovers’ e una strepitosa ‘Fear Not Of Man’, classico hip-hop di Madlib reso in maniera trascinante ed energica.
(Negrodeath)

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