FREE FALL JAZZ

Quando fu annunciato Dave Douglas come nuovo direttore artistico di Bergamo Jazz, confesso di aver avuto qualche perplessità. Intendiamoci, massima stima, in generale, per lui: si tratta di un trombettista straordinario e, più in generale, di un artista poliedrico con tutti i crismi del grande leader. Tuttavia, esser bravo in una cosa non significa automaticamente esserlo altrettanto in qualsiasi altra. Non è scontato che un grande musicista sia anche un grande direttore artistico, né che abbia le competenze necessarie per farlo. Va bene che siamo in Italia, dove si preferisce invitare Fiorella Mannoia per parlare in tv di Islam e terrorismo solo perché è famosa, anziché veri e propri esperti della materia, quindi ci sarebbe ben poco di cui sorprendersi – i precedenti in tal senso sono moltissimi. Fatte tutte queste premesse, guardiamo il cartellone di Bergamo Jazz 2016: Franco D’Andrea, Ryan Keberle, Geri Allen, Joe Lovano, Anat Cohen, Kenny Barron, Billy Martin, Luis Moholo-Moholo, il duo di Tino Tracanna e Massimiliano Milesi, gli Atomic, Mark Giuliana, il Balkan Bop Trio. Più varie ed eventuali, fra cui proiezioni cinematografiche. E quindi, Dave Douglas, alla sua prima esperienza di direttore artistico di Bergamo Jazz, ha messo insieme grandi musicisti jazz e interessanti esponenti delle musiche improvvisate che in qualche modo al jazz sono connesse, in un programma vario e stimolante. Ciliegina sulla torta, niente Rava, niente Fresu, niente Bollani. Bravo, bravissimo Dave. Che tu possa essere d’esempio pure come direttore oltre che come musicista, produttore e insegnante!
(Negrodeath)

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