FREE FALL JAZZ

Quando, fra la fine degli anni ’60 e l’inizio della decade successiva, Miles Davis incise una serie di album in studio per avvicinare la sua musica al funky, aprì un vaso di pandora i cui effetti si avvertono ancora oggi. Fra questi, l’utilizzo dello studio come ulteriore strumento di registrazione: lunghissime jam strumentali poi sottoposte ad un paziente lavoro di taglia, incolla, smonta, rimonta, duplica, moltiplica, isola, manda in loop etc per dare un significato del tutto nuovo al materiale di partenza. Fu l’inizio, involontariamente, del modus operandi dell’hip-hop, che dal jazz discende e che al jazz ritorna, grazie a tanti bravissimi giovani musicisti. Fra questi pure il batterista Makaya McCraven, che fa suo il metodo di Miles Davis e Teo Macero applicandolo a quarantotto ore di jam. Il materiale proviene dalle serate al The Bedford, club di Chicago in cui McCraven ha suonato per un anno assieme ad una decina di collaboratori fissi. Ore di nastro, editate in post-produzione fino ad ottenere settanta minuti di groove inarrestabili, con batteria e basso impegnati nella scansione di ritmi ora funk, ora hip hop, ora più swingati, all’interno di una tessitura sonora in cui chitarra e un avvolgente vibrafono fanno la parte del leone. Si segnalano pure la tromba del bravissimo Marquis Hill coi suoi interventi melodici e i caldi sax di De’sean Jones e Tony Barba, ma ‘In The Moment’ va preso e ascoltato nell’insieme, come un’ardita, ottimale unione di palco e turntable, organizzato intorno a cellule sonore mandate in loop, rielaborate, sovrapposte e trasformate.

“Jazz o hip-hop?”, si chiederà qualcuno. “Chi se ne frega” è la risposta migliore. ‘In The Moment’ è un grande, intelligente album di modernissima black music.
(Negrodeath)

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