Quando un secondo disco si intitola ‘Coming Of Age’ viene spontaneo pensare ad un tangibile passo avanti, un progresso, possibilmente nella giusta direzione. Ancor più se lo fa un musicista come Ben Williams, eccezionale contrabbassista che qui sopra è stato elogiato più di una volta: fra l’esordio e il nuovo cd sono passati diversi anni, e nel frattempo Williams ha fatto notevoli esperienze, sia in studio che dal vivo, non ultimi NEXT Collective e Pat Metheny. Purtroppo stavolta qualcosa non ha funzionato, perché ‘Coming Of Age’ conferma quasi tutti musicisti (Marcus Strickland al sax, Christian Sands al piano, Matthew Stevens alla chitarra, Etienne Charles alle percussioni e John Davis alla batteria) e l’indirizzo stilistico (post-bop modernissimo, intriso di soul, hip-hop, funk, con gli arrangiamenti ben curati tipici dei dischi Concord), ma non l’ispirazione. Sebbene non ci sia niente che si possa definire brutto, tranne forse la zuccherosa ‘Voice Of Freedom (For Mandela)’ cantata da Goapele, non c’è nemmeno nulla di realmente esaltante. I momenti migliori si hanno quando il gruppo schiaccia il pedale e si lancia su un post-bop ritmato e vigoroso, a volte tinto di funky, come ‘Half Steppin” o ‘Forecast’. Ma nemmeno sempre, perché per esempio ‘Black Villain Music’, aperta da un tagliente riff di chitarra, sembra una versione annacquata di ‘Home’ dal disco precedente. Su ‘Lost & Found’ compare Christian Scott con la sua particolare tromba soffiata, ma gli archi appesantiscono il tutto, mentre il rap su ‘Toy Soldiers’ è un cavolo a merenda. Ci sarebbe pure ‘Smells Like Teen Spirit’ dei Nirvana trasformata in un solo di basso – grandissima prova di tecnica e musicalità per Williams, un po’ tediosa per noi.
Splendidamente suonato, prodotto, composto ed eseguito, ‘Coming Of Age’ è un passo falso. Speriamo che resti un caso isolato, in fondo Ben Williams è ancora giovane e in gamba.
(Negrodeath)