La mente dietro gli Star Hip Troopers è il DJ capitolino Mess Morize, che se frequentate certi territori sonori forse ricorderete come DJ Knuf: non certo il primo nome che verrebbe in mente di trovare su un sito jazz. E infatti ‘Planet E’ non è un disco jazz, ma un disco di musica elettronica. Su cui però suonano dei jazzisti. L’idea è semplice: Mess Morize ha radunato attorno a sé una piccola truppa formata da nomi ben noti nell’ambiente tricolore come i sassofonisti Piero Delle Monache, Francesco Bearzatti e Raffaele Casarano, il trombettista Luca Aquino, il trombonista Mauro Ottolini, il contrabbassista Riccardo Gola e il pianista Claudio Filippini, cercando di condire con i loro strumenti acustici le sue manipolazioni elettroniche che richiamano ora gli Autechre, ora gli Air, finanche certo dub. In almeno due episodi la cosa funziona davvero bene. ‘Cruising’, per esempio, unisce atmosfere oscure, ritmi quasi reggaeton e il basso di Gola che tesse linee trascinantissme: una ricetta tutt’altro che invitante sulla carta, ma sintetizzata in maniera credibile e convincente all’atto pratico. Ancora meglio fa ‘Runaway’, con Delle Monache e Bearzatti che tirano fuori una melodia malinconica che potrebbe essere degna di una colonna sonora del “solito” Badalamenti. Il resto non raggiunge questi livelli, ma nei momenti più “ritmici” si difende bene. Qualche calo di tensione negli intermezzi più intimisti e tendenti all’ambient (‘Crackle Lullaby’) non mina la riuscita complessiva, visto che anche grazie alla durata contenuta (40 minuti scarsi), ‘Planet E’ scorre bene. Più che agli appassionati di jazz piacerà ai seguaci abituali di etichette come Warp e Planet Mu: se masticate queste sonorità , un ascolto vale la pena. (Nico Toscani)