Il chitarrista Nicola Mingo, dopo vent’anni di carriera e sette album, non dovrebbe ormai avere più bisogno di presentazioni. Il suo credo nel linguaggio hard bop è ferreo, così come la padronanza e la maturità ormai acquisite. Dopo l’omaggio a Clifford Brown in occasione del precedente ‘I Remember Clifford’, Mingo torna oggi con un cd fatto interamente di composizioni originali mettendosi alla guida di un quartetto affiatato e swingante. Già , l’aggettivo non è buttato lì a caso, nè il disco si chiama ‘Swinging’ senza ragione, visto che la vigorosa sezione ritmica (Antonello Vannucchi al piano, Giorgio Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria) è un propellente naturale per il fraseggio rapido e incisivo, ricco di note staccate, del leader. Le quindici composizioni di ‘Swinging’ fanno leva su temi estremamente orecchiabili sviluppati poi con energia e un occhio di riguardo per la melodia. Wes Montgomery è l’influenza primaria e indiscussa, ma pure George Benson – e al di là del dato puramente chitarristico, da quest’ultimo Mingo ha preso pure il gusto per armonie, a volte, quasi pop, capaci di rendere ogni brano accattivante e apprezzabile al primo ascolto. Probabilmente persino dal profano. Se proprio vogliamo fare un appunto, detti brani pur essendo tutti quanti validi tendono un po’ ad assomigliarsi – forse sarebbe stato meglio escluderne qualcuno e puntare di più sulla compattezza.
Buonissimo album di hard bop all’insegna del ritmo e della melodia, indicato a tutti gli appassionati di chitarra jazz nel senso più classico.
(Negrodeath)