Nell’anno della celebrazione del centenario della nascita di Sun Ra, oltre le numerose presenze a vari festival dell’Arkestra, ecco anche pubblicato un doppio CD greatest hits, ‘In Orbit Of Ra’ (Strut Records). La scaletta dei pezzi, scelta da Marshall Allen, attuale leader dell’Arkestra, rende bene la grandezza della musica e le idee dell’uomo venuto da Saturno, nonostante le antologie o “il meglio di” rendano sempre scontento qualcuno. La scelta di Allen, oltre a pescare nell’immensa discografia, ha anche recuperato degli inediti, come la prima parte di ‘Reflects Motion’ (tra l’altro non proprio memorabile) del 1962 e un piano e voce di Sun Ra registrato a Roma nel 1977, ‘Trying To Put The Blame On Me’. Le altre selezioni vanno da pezzi del primo periodo (anche se qui qualcosa di più ci poteva stare), per intenderci da ‘Angels And Demons At Play’, ad orge percussive ipnotiche, pezzi cantabili, elettronica e free. I momenti migliori? C’è ne sono molti, ma dovendo scegliere direi ‘Dance Of The Cosmo-Aliens’, registrata in quartetto a Milano nel 1978 (periodo dei famosi doppi dischi Horo), e ‘Ancient Aiethopia’ da Jazz In Silhoutte’ del 1956. Per chi si vuole avvicinare all’universo Sun Ra, questa è una scelta corretta, per poi eventualmente introdursi in maggior profondità oltre che nella musica anche nella sua filosofia e nella sua visione di Sun Ra (a tal proposito consiglio vivamente il libro di John F. Szwed ‘Space Is The Space’, Ed. Minimum Fax).
E proprio per la celebrazione, non poteva passare inosservato il remastered, assieme altri titoli del primo periodo, di quello che io considero il capolavoro del periodo iniziale, ma forse anche di tutta la discografia di Sun Ra: il citato ‘Jazz In Silhoutte’. Recuperando i nastri originali, quasi tutti i pezzi sono stati “puliti” ed editati in stereo (pur incisi in stereo, nelle edizioni originarie furono infatti masterizzati ed editati in mono). Registrato a Chicago nel 1959, di fatto chiude il periodo bebop/hardbop e inizia la sua lunga esplorazione musicale e “interstellare” spostandosi a New York. Le tracce del disco, che saranno quasi sempre presenti nelle future apparizioni live, comprendono anche un pezzo di Mary Lou Williams, ‘Horoscope’, dalla ‘Zodiac Suite’ del 1945. Quello che sorprende da queste registrazioni è la loro attualità. Il pezzo iniziale, ‘Enlightenment’, dà la sensazione di non poter individuare una datazione esatta; passare poi per ‘Ancient Aiethopia’ e pensare di aver capito, e rimanere subito spiazzati da ‘Hours After’, uno swing ortodosso.
Qui trovate tutti titoli rimasterizzati: http://sunraarkive.blogspot.com/2014/05/the-2014-sun-ra-centennial-classics.html
E nell’ambito delle celebrazioni ecco un nome che non conoscevo e che ha fatto una dedica tutt’altro che agiografica a Sun Ra, Thomas de Pourquery. Già appartenente alla Orchestre National du Jazz, il sassofonista (alto e soprano) con il suo gruppo Supersonic, un sestetto di musicisti di svariate estrazioni musicali, adatta le concezioni musicali di Sun Ra alle caratteristiche musicali del gruppo. Quel che ne viene fuori è un gran melange cosmico, caotico, tagliente. Bello! (Quark Records/L’Autre Distribution)
E vorrei citare, fuori dalla celebrazione perché in anticipo dei tempi, due tributi molto interessanti.
Il primo, molto rispettoso, quello di Amhed Abdullah trombettista, di nuovo presente nell’Arkestra, con ospiti Billy Bang al violino e Craig Harris al trombone, Traveking The Spaceways (Planet Arts 2005).
Il secondo, più avant, della Cosmic Band di Gianluca Petrella, grazie anche agli arrangiamenti di Alfonso Santimone. Qui troviamo una front line di tutto rispetto, tutti Young Lions. I due volumi, più ragionato il primo, oltre i brani di Sun Ra presentano brani originali legati all’estetica di Sun Ra. Etichetta Spacebone, 2011-2012.
(Maurizio Zorzi)