FREE FALL JAZZ

Sean Jones, uno dei migliori trombettisti della sua generazione, decide in un certo senso di ripartire da zero. Il nuovo ‘Im.pro.vise’ è infatti un disco in quartetto, registrato praticamente dal vivo nello studio, senza sovraincisioni, senza ospiti, senza nessuna forma di post-produzione. Un modo per ripresentarsi e fare il punto della situazione, a sentire lui. Un modo per dimostrare come si possa suonare jazz contemporaneo senza fronzoli, intelligente ed accessibile, aggiungiamo noi. Accompagnato dalla solita, eccezionale sezione ritmica ben affiatata (Orrin Evans, Luque Curtis e Obed Calvaire), Sean Jones esplora un ampio orizzonte sonoro attraverso una serie di brani in gran parte originali, esibendo con scioltezza tutte le sue grandi qualità. La tromba, di volta in volta limpida, corposa, fragile o veemente, veicola sempre e comunque un contenuto melodico di grande suggestione che determina in maniera netta l’atmosfera del brano. Gli altri tre lo accompagnano con empatia e sensibilità, dalla gioiosa esuberanza di ’60th And Broadway’, ‘New Journey’ e ‘Dr. Jekyll’ al blues sornione e divertito di ‘I Don’t Give A Damn Blues’, fino ad una rilettura di ‘How High The Moon’ piena di originali spiazzamenti ritmici e un pianoforte sempre sul filo dell’ambiguità. E a proposito di ambiguità, il taglio epico, quasi visionario di ‘Dark Times’ si avvicina ai territori di Ambrose Akinmusire: tromba e sezione ritmica si girano intorno, la prima suggerendo una cupa melodia, la seconda con accordi a volte rarefatti e a volte tuonanti, senza delineare mai una tonalità netta. La chiusura è affidata a ‘Not While I’m Around’, brano tratto da ‘Sweeny Todd’ di Steve Sodheim e trasformato in un intenso duetto da Jones ed Evans.

Nuovo centro per Sean Jones, un ascolto consigliabile a chiunque!
(Negrodeath)

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