FREE FALL JAZZ

Archive for " maggio, 2016 "

Il 2016 ha segnato pure il ritorno di Lonnie Smith con un bel disco nuovo fiammante su Blue Note. Di sicuro prima o poi ne parleremo qui sopra, visto che si tratta pure di un bell’album. Intanto cogliamo l’occasione per rivedere e risentire il Doc in azione, in un concerto americano di tre anni fa.


“Siciliana” è il nuovo album di Andrea Pozza pubblicato a gennaio 2016 per l’etichetta l’inglese Trio Records e realizzato in trio con Andy Cleyndert al contrabbasso e Mark Taylor alla batteria, due tra i più importanti e quotati musicisti della scena jazzistica inglese ed americana. (Continua a leggere)

Ali Jackson è noto innanzitutto per essere il batterista di Wynton Marsalis da oltre dieci anni, nel quintetto come nell’orchestra. Come tutti i musicisti scoperti da Marsalis, si tratta di un grande talento, con uno stile caratterizzato dal sapiente uso di poliritmi e colori che rendono le parti di batteria quasi melodiche, per non dire cantabili. ‘Amalgamations’ è la prima sortita da leader di Jackson, all’insegna della completa libertà. Qualcuno potrebbe pensare, malignamente, ad una parata di assoli su una serie di chorus e tanti saluti. Il pericolo è scongiurato, però, sia per i nomi presenti (oltre a Marsalis, ci sono assi come Aaron Goldberg, Carlos Henriquez, JD Allen, Jonathan Baptiste, Omer Avital e altri ancora), sia per un repertorio estremamente vario, intrepretato di volta in volta da singolari raggruppamenti di strumentisti. (Continua a leggere)

Il titolo, incredibilmente stupido e siamo tutti d’accordo, di questo post riguarda una cosa per niente stupida, ovvero l’uscita del nuovo album di Etienne Charles. (Continua a leggere)

Mai abbastanza lodato, Grant Green è stato in realtà uno dei grandi protagonisti del jazz degli anni ’60, grazie ad una memorabile serie di album Blue Note in cui aggiornò il linguaggio della chitarra. Il suo stile, fatto in primo luogo di lunghissime sequenze di note singole staccate e cristalline più che di accordi, nasce dal desiderio di emulare gli strumenti a fiato, e proprio seguendo questo principio Green trasporterà per primo sul suo strumento l’improvvisazione modale, che proprio in quegli anni aveva trovato larga diffusione. Tutte queste caratteristiche, assieme ad una grande capacità di comunicazione e divulgazione, ne fanno una sorta di Freddie Hubbard della chitarra. ’Talkin’ About’ è solo uno dei molti album incisi in quegli anni, ma mi piace sceglierlo per una serie di motivi. (Continua a leggere)

A volte mi domando cosa sarebbe successo alla Cappella Sistina se il Buonarroti nel ricevere l’incarico di ridipingerla avesse dovuto subire dal suo finanziatore, Papa Giulio II, serie ingerenze su come svolgerlo. Ben si sa che il mecenatismo ha avuto un ruolo decisivo nella produzione della grande arte rinascimentale e il paragone, apparentemente paradossale, mi è venuto in mente mentre ascoltavo questo disco ben suonato ma inaspettatamente noioso di Avishai Cohen, trombettista israeliano ma operativo a New York, giustamente tra i più acclamati sulla scena jazzistica contemporanea e recentemente approdato alla scuderia ECM di Manfred Eicher. Il noto produttore tedesco sembra infatti avere la capacità di far suonare qualsiasi musicista che ingaggi allo stesso modo, secondo una estetica che sembra richiedere al musicista di turno più o meno volutamente, o semplicemente in forma indotta (non saprei stabilire precisamente in questo caso), di conformarsi ad un “suono” ben preciso, proprio della linea che identifica da anni la casa discografica stessa. (Continua a leggere)

L’ iniziativa è promossa all’interno della campagna internazionale UNESCOUnite4Heritage, con il sostegno di Royal Jordanian, in collaborazione con Jordanian National Orchestra AssociationOrchestra del Borgo AnticoAuditorium Vallisa. (Continua a leggere)

Oltre ad essere uno dei migliori trombonisti sulla piazza, e prova ne sia una carriera lunghissima e variegata che lo ha visto al fianco di Art Blakey, Dave Holland, Steve Coleman e moltissimi altri, Robin Eubanks è pure un rinomato professore di musica per il prestigioso Oberlin College. Per ‘More Than Meets The Ear’ Eubanks si è preso un anno di pausa dall’insegnamento, con lo scopo riarrangiare in chiave orchestrale nove brani scritti nell’ultimo trentennio. Con un cast di tutto rispetto, fra veterani (Lew Soloff), parenti (il fratello Duane), alcuni fra i migliori solisti emersi negli ultimi anni (Marcus Strickland, Lauren Sevian, Nate Smith, solo per citarne alcuni), e infine alcuni studenti dell’Oberlin, Eubanks costruisce un sound originale figlio di alcune delle esperienze chiave della sua storia di musicista, come Steve Coleman, i gruppi estesi di Dave Holland e il più recente SFJazz Collective. (Continua a leggere)

Stesso strumento, nome quasi identico, David Gilmore tuttavia non è David Gilmour e coi Pink Floyd ci azzecca meno di zero. Si tratta di uno dei migliori chitarristi di oggi, molto richiesto nella scena americana. Il filmato qui sotto ce lo presenta alla guida del suo eccellente gruppo Energies Of Change, con Marcus Strickland (sax), Luis Perdomo (piano), Ben Williams (basso) e Rudy Royston (batteria), In attesa di una recensione del bel disco inciso dai cinque!


Il BRIC Celebrate Brooklyn Festival è un grande evento di tre mesi (da giugno ad agosto) patrocinato dal BRIC, uno dei maggiori enti newyorkesi dedicati alla promozione e allo sviluppo delle arti. Il jazz, come tutte le musiche, può trovare spazio fra le sue mura. (Continua a leggere)

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