Bix Beiderbecke e il magico sound dei suoi gruppi degli anni ’20 sono oggi quasi dimenticati, ma tutte le volte che si riascoltano si apprezza l’originalissimo, direi quasi irripetibile, impasto sonoro raggiunto da quei musicisti bianchi dell’epoca. (Continua a leggere)
Il disco del Crash Trio di Melissa Aldana rientra fra le nostre promesse da marinaio, visto che ancora non lo abbiamo recensito. Nel frattempo è possibile gustarsi questo bel documentario sulla giovane musicista, magari per sopravvivere alla canicola con un po’ di musica (e non solo)!
La Film Society del Lincoln Center ha annunciato la prima mondiale di ‘Miles Ahead’, film su Miles Davis fortemente voluto e infine realizzato dal bravo Don Cheadle. (Continua a leggere)
Hilton Ruiz (1952. 2006) pianista e compositore statunitense di origine portoricana è una figura del jazz abbastanza trascurata e oggi quasi dimenticata nonostante sia stato strumentista sopraffino e un talento molto apprezzato da molti solisti, anche se in realtà è molto noto e stimato in ambito di musiche latine e afro-cubane in generale, particolarmente a Cuba, che gli dedica annualmente un festival a suo nome. (Continua a leggere)
Morire d’infarto sul palco è una cosa che ci aspetteremmo da qualche rocker impenitente che mette giornalmente alla prova la sua salute, non certo da un pianista jazz come John Taylor. (Continua a leggere)
Ebbene sì, la nostra vita dissoluta, fatta di cocktail, superalcolici, feste faraoniche e, ogni tanto, un pochino di quella musica di cui ci fingiamo colossali esperti per poi imbucarci alle feste e ai backstage, comincia a chiedere il conto. No, non solo quello del ristorante Chez Voulevant, che tanto arriverà a Renzo Arbore: la nostra capacità di recupero è mutilata dal caldo asfissiante e scrivere ci fa ancora più fatica di prima. (Continua a leggere)
La storia del sax tenore è sostanzialmente raccontata per sommi capi su figure innovatrici di etnia afro-americana. Tuttavia vi è stata una serie di sassofonisti negli anni ’50 di eccezionale valore oggi quasi dimenticati, forse con l’eccezione di Stan Getz. Andrebbe ad esempio rivisitato l’apporto di diversi improvvisatori bianchi, come Allen Eager, Brew Moore, Zoot Sims, Al Cohn, Bill Holman, Richie Kamuca, Bill Perkins, Dave Pell, Jack Montrose e Don Menza. Tra questi segnalo Bob Cooper, un sassofonista della West Coast che mi è sempre piaciuto molto e che qui si esibisce in una sorta di concerto per sax tenore e orchestra per conto della band di Stan Kenton. Musica di livello che certamente non merita l’oblio.
(Riccardo Facchi)
Dopo un paio di anni di pausa, JD Allen torna sul luogo del delitto assieme ai vecchi amici Gregg August (basso) e Rudy Royston (batteria). Proprio così, il bel trio del sassofonista di Detroit è tornato insieme per ‘Graffiti’, quinto album della serie. L’impostazione è quella che abbiamo imparato ad amare: una serie di temi concisi ed ipnotici come base di una avvincente esplorazione di gruppo, con il sax a fare gli onori di casa dal punto di vista melodico, mentre basso e batteria occupano una strana terra di mezzo fra l’accompagnamento e il solo simultaneo, in libera associazione. E’ il basso che, spesso e volentieri, accenna il beat principale, mentre la batteria dispensa groove tutto intorno – un plauso al bravissimo Royston, tanto potente e dinamico quanto attento a non invadere gli spazi altrui. (Continua a leggere)
Per festeggiare gli ottant’anni di Wayne Shorter, il trombettista David Weiss aveva assemblato una all star band con cui reinterpretare in maniera originali brani del sassofonista e compositore di Newark. In questo filmato vediamo ‘Endangered Species’ e ‘Prometheus Unbound’ affidati alle cure, fra gli altri, di Geri Allen, dei gemelli Strickland, di Ravi Coltrane, di Jeremy Pelt. Al contrabbasso Dwayne Burno in una delle sue ultime apparizioni.
Se la Blue Note non ha certo bisogno di presentazioni, è invece il caso di spendere qualche parola per Revive Music. Si tratta di un’agenzia di management, promozione e organizzazione di concerti fondata a New York dalla brava, testarda Meghan Stabile, laureata al Berklee College Of Music di Boston e con la ferma intenzione di rendere il jazz di nuovo rilevante per le generazioni cresciute con l’hip-hop. (Continua a leggere)