FREE FALL JAZZ

Archive for " marzo, 2015 "

La mente dietro gli Star Hip Troopers è il DJ capitolino Mess Morize, che se frequentate certi territori sonori forse ricorderete come DJ Knuf: non certo il primo nome che verrebbe in mente di trovare su un sito jazz. E infatti ‘Planet E’ non è un disco jazz, ma un disco di musica elettronica. Su cui però suonano dei jazzisti. L’idea è semplice: Mess Morize ha radunato attorno a sé una piccola truppa formata da nomi ben noti nell’ambiente tricolore come i sassofonisti Piero Delle Monache, Francesco Bearzatti e Raffaele Casarano, il trombettista Luca Aquino, il trombonista Mauro Ottolini, il contrabbassista Riccardo Gola e il pianista Claudio Filippini, cercando di condire con i loro strumenti acustici le sue manipolazioni elettroniche che richiamano ora gli Autechre, ora gli Air, finanche certo dub. (Continua a leggere)

Il secondo album di Jonathan Blake è dedicato a chi se n’è andato ma non è stato dimenticato, come recita il titolo. Cedar Walton, Jim Hall, Paul Motian, Mulgrew Miller sono solo alcuni degli artisti cui il poderoso batterista rende omaggio, assemblando un fantastico quartetto con Ben Street al contrabbasso e i sassofonisti Mark Turner e Chris Potter. Una scelta, per quanto riguarda la frontline, davvero azzeccata, visto lo stile perfettamente complementare dei due: robusto e aggressivo Potter, melodico e astratto Turner. Un connubio che potremmo liquidare banalmente, citando celebri coppie di opposti come Hawkins/Young o Gordon/Grey, ma sarebbe ingiusto, vista la personalità e l’autorevolezza dei due. (Continua a leggere)

Il nome di Alan Lomax dovrebbe essere familiare un po’ a tutti gli appassionati di jazz. Ancor prima di essere  uno dei padri della moderna etnomusicologia, Lomax è arcinoto nel nostro ambiente perché nel 1938 scovò Jelly Roll Morton e lo registrò lungamente in una memorabile serie di esecuzioni ed interviste. (Continua a leggere)

Diretto dalla pianista italiana Maria Chiara Argirò e residente a Londra, il quintetto è formato da giovani talenti provenienti dalla scena musicale internazionale e comprende un repertorio originale basato su sue composizioni recenti, caratterizzate da una forte impronta lirica e ritmica. (Continua a leggere)

Kendrick Scott è uno dei migliori batteristi del jazz moderno, con il suo stile ricco di dinamica e musicalità. Lo testimoniano una marea di incisioni al fianco di artisti di grande valore come Terence Blanchard, Jason Palmer, Kurt Elling, Danny Grisset, Myron Walden, Sean Jones, Herbie Hancock e altri ancora, sia in studio che dal vivo. (Continua a leggere)

Stando a Mary Halvorson, questo album si chiama ‘Reverse Blue’ perché le parole ‘reverse’ e ‘blue’ comparivano spesso nei titoli delle canzoni che suo padre aveva scritto e raccolto in un quaderno. Note eccentriche a parte, la bravissima chitarrista e compositrice ci presenta un nuovo quartetto, rodato sul palco a New York con una fitta serie di concerti prima di entrare in studio di registrazione. Oltre al fido Tomas Fujiwara (batteria) troviamo Eivind Opsivik (contrabbasso) e Chris Speed (sax e clarinetto), che si suddividono equamente la scrittura di metà dell’album, mentre il resto viene dritto dalla penna della Halvorson. Chiunque abbia un minimo di familiarità con la sua musica non faticherà affatto ad apprezzare il groove di ‘Torturer’s Reverse Delight’ o di ‘Reverse Blue’, le tipiche successioni di riff effettati e poderosi che si dissolvono in percorsi paralleli di sax e chitarra su una ritmica accidentata. (Continua a leggere)

foto: Raso Design

E’ difficile fare valutazioni complessive per una rassegna, come quella di questa edizione, nella quale chi scrive non ha potuto assistere a tutti i concerti in programma del Festival, alcuni dei quali, come quello del  trio del chitarrista Nels Cline, fonti attendibili mi dicono essere stati di buon livello. Tuttavia, un’idea pensiamo di essercela fatta seguendo i concerti delle tre serate al Donizetti e il concerto pomeridiano del sabato all’Auditorium di Piazza della Libertà del Trio di Vijay Iyer. (Continua a leggere)

Il bravissimo Miguel Zenon è passato il mese scorso in Italia per una serie di concerti, tutti quanti perduti purtroppo. Tuttavia YouTube è sempre YouTube, e così possiamo goderci qualche bell’estratto, tipo questa splendida ‘Same Fight’ (dall’ultimo disco) tratta dall’esibizione al Modo, ristorante di Salerno ben attrezzato per la musica.


“With a Song In My Heart” – Napoli
Complesso Monumentale San Domenico Maggiore – Sala del Capitolo, ore 21:00, sabato 21/03 (Continua a leggere)

Dopo aver scoperto Darryl Yokley tramite qualche giro di link su Facebook, aver apprezzato la musica dal suo sito, aver comprato e recensito il suo album, l’ultima cosa che restava da fare era l’intervista. Detto fatto, Darryl si è dimostrato entusiasta e fluviale nelle risposte, offrendoci un gustoso spaccato della scena jazz americana dal punto di vista di un giovane determinato e ottimista. (Continua a leggere)

Older Entries »