FREE FALL JAZZ

Archive for " novembre, 2014 "

“Ma non conosci Colin Stetson?”
“Lo sai chi è il massimo dell’avanguardia jazz creativa, oggi? Colin Stetson!”
“Non riesco a credere che un appassionato di jazz come te non conosca Colin Stetson…”

Possibile che io avessi colpevolmente ignorato uno dei più luminosi talenti del sassofono jazz degli ultimi dieci, quindici, venti anni (a seconda dell’interlocutore)? Urgeva rimediare, se non altro per pura e semplice curiosità. E oggi, dopo aver ascoltato per bene pure i due precedenti volumi, mi è finalmente possibile dare una valutazione dell’ultimo album del canadese. Quasi un’ora di durata, in cui troviamo solo due musicisti, Stetson e il cantante Justin Vernon dei Bon Iver. (Continua a leggere)

E’ bello avere i musicisti fra gli amici di Facebook, perché in questo modo si scoprono molte cose. L’amicoDiFacebook Christian Scott, qualche giorno fa, ha annunciato di essere appena stato in studio e di attendere un 2015 di tutto rispetto. (Continua a leggere)

Formazione stellare (Ron Carter, Cedar Walton, Lenny White) in questo set di Freddie Hubbard, risalente forse agli anni ’80 e trasmesso pure da qualche tramissione giapponese – lo testimoniano i sottotitoli! Poco da aggiungere, prendetevi un’ora e alzate il volume.


Il giudizio critico su Chick Corea è stato per decenni piuttosto ondivago, un po’ per pregiudizio ideologico, in altri casi per suoi oggettivi demeriti. Il personaggio, oltre il musicista, ha sicuramente manifestato nel corso della sua lunga carriera, tratti di eclettismo un po’ guascone e certamente qualche periodica furbesca scivolata nel kitsch, che forse ha avuto più a che vedere con motivazioni legate al profitto che all’arte musicale. Tuttavia, se oggi si dà uno sguardo più distaccato alla sua imponente discografia e alla sua opera compositiva, ci si rende conto che Corea è, assieme ai sostanzialmente coevi Mc Coy Tyner, Herbie Hancock e Keith Jarrett, uno dei pilastri su cui si reggono le linee guida del pianismo jazz contemporaneo. (Continua a leggere)

Alla prima parte    Alla terza parte

Nel 1968 Wonder si diploma con lode presso la Michigan School For The Blind e ciò gli permette di spendere più tempo per sviluppare la sua musica. Ted Hull suo tutor personale per gli ultimi 5 anni, rimase con lui per un altro anno fino all’età di 19 anni. All’inizio del mese di aprile, una triste notizia scuote la nazione, notizia che interesserà Wonder negli anni a venire, relativamente al suo impegno sociale: la morte di Martin Luther King, leader dei diritti civili degli afro-americani, assassinato a Memphis, nel Tennessee, mentre si preparava a condurre una marcia di lavoratori che protestavano contro l’iniquo trattamento dai loro datori di lavoro. (Continua a leggere)

Avendo appena recensito l’ultimo, brillante album di Matthew Shipp, rincariamo la dose con una recente esibizione dal vivo del grande pianista americano. Piano trio ad altissimo livello! BAM!


La storia di questo disco dal vivo  è ben nota. Si tratta di un concerto alla Temple University registrato nel novembre del ’66 con mezzi di fortuna: aneddotica vuole che un pubblico già sparuto avesse cominciato ad andarsene dopo la prima mezz’ora, che Coltrane, già malato, avesse suonato male, che gli studenti-organizzatori avessero finito per rimetterci. Le registrazioni bootleg, in giro da anni, restituivano un’immagine incompleta dell’evento. Ci ha pensato la Impulse a darne la versione definitiva e ufficiale, portando la qualità sonora a livelli poco meno che accettabili. In quest’ultima, discussa e controversa fase della sua carriera, Coltrane cercava la trascendenza attraverso la musica: dal jazz modale era partito verso l’India, l’Oriente e l’Africa, esplorando tutte le possibilità sonore della strumentazione fino a sfiorare i confini del rumore. (Continua a leggere)

Domenico Caliri, chitarrista, si era distinto anni fa alla corte di Enrico Rava periodo ‘Electric Rava’, per poi proseguire verso altri percorsi musicali, anche estranei al jazz. Il nuovo album ‘Camera Lirica’ segna l’inizio di una nuova fase, e allo stesso tempo un riepilogo del passato: si tratta infatti di un lavoro che lo vede solo in veste di compositore e arrangiatore per una formazione inedita di tredici elementi. ‘Camera Lirica’ è pure un modo per ritornare su vecchie composizioni, scritte negli anni ’90 ma mai registrate, e fissarle su disco in una nuova versione aggiornata.I tredici musicisti sono stati scelti con cura fra le più interessanti nuove leve del jazz italiano contemporaneo, fra cui le nostre vecchie conoscenze Piero Bittolo Bon (sax) e Pasquale Mirra (vibrafono), Alfonso Santimone (piano), Francesco Guerri (violoncello), oltre al chitarrista Fabio Costantini e ad una nutrita sezione di fiati con tanto di flauto, tuba e clarone. (Continua a leggere)

Anche se, purtroppo, nessuno di noi è potuto andare a vedere l’esibizione milanese di Moran e Glasper, ci possiamo consolare con questo bel filmato. Una bella occasione per ammirare la grande intesa fra i due pianisti texani.


Ho deciso di pubblicare per gli amici di Free Fall Jazz una nuova versione ampliata di questo articolo multimediale che era comparso alcuni mesi fa sul portale Tracce di Jazz per cui collaboravo, dopo che mi sono reso conto, approfondendo la materia, della complessità dell’argomento Stevie Wonder in rapporto all’affascinante e articolato mondo della Black Music, di cui il jazz ne fa pienamente parte. Un mondo ancora poco esplorato in ambito di musicologia e critica jazzistica, forse perché ritenuto erroneamente subordinato al percorso evolutivo del jazz. (Continua a leggere)

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