FREE FALL JAZZ

Archive for " settembre, 2014 "

Figura di spicco del pianismo jazz nazionale ed internazionale proporrà un repertorio costituito da standard e brani originali di sua composizione.

#PianoSoloJazz è il nuovo spettacolo live da solista di Andrea Pozza, il cui titolo è ispirato al mondo dei social network che il pianista jazz si diverte a “frequentare” con garbata ironia e con simpatici autoscatti prima e dopo i suoi concerti. Il pianista genovese, figura di spicco del pianismo jazz nazionale ed internazionale, si esibirà il 2 ottobre a La Spezia, al Papilio in Jazz in occasione delle serate del giovedì dedicate alla musica nera realizzate in collaborazione con lo Spezia in Jazz. Andrea Pozza proporrà brani originali di sua composizione e famosi standard lasciando libero spazio all’estro, all’alchimia, alle vibrazioni che si creeranno con il pubblico in sala e a quell’esperienza unica e mai uguale a se stessa che è la musica jazz dal vivo. (Continua a leggere)

29° INNtone JazzFestival 6-8 Giugno 2014

Austria, montagne, natura, birra e FESTIVAL. La risposta alla domanda “perché InnTone?”, festival dai più sconosciuto,  è stata la voglia di ritrovare un po’ lo spirito dei festival anni 80, meno professionali ma più “ruspanti”. E qui “ruspante” è proprio l’aggettivo esatto.

Il palco è dentro un fienile (!), infatti Jazz Am Bauernhof significa proprio fattoria. L’atmosfera è giusta, ma purtroppo, come ormai capita in tutti i festival, ci si ritrova tra amici, siano dall’Austria, dalla Germania o dalla Slovenia. Non esiste neanche qui, nonostante la massiccia proposta di festival jazz e avanguardia, un interesse giovanile. Si incomincia con un progetto che sulla carta avrebbe dovuto fare scintille, ma proprio così non è stato. La New Jungle Orchestra di Pierre Dorge con ospite James “Blood” Ulmer, non ha saputo creare il giusto feeling, molto meglio quando il chitarrista si è esibito in trio. (Continua a leggere)

Cosa mi affascina del Ganelin trio… Forse il ricordo di quando da giovane mi avvicinai a questa musica: la ricerca dei dischi, delle riviste e dei libri dei quali sentivi parlare. Eravamo un piccolo gruppo di carbonari, quei pochi, almeno dalle mie parti, che parlavano di jazz. Lo stesso si può dire di questo gruppo: il jazz arrivava dall’America, tutt’al più dall’Inghilterra, chi poteva immaginare che oltre la cortina di ferro ci fossero dei musicisti come loro? La loro qualità emergeva già nei primi dischi prodotti e registrati dall’etichetta di stato Meloydia, rimasti introvabili per anni e poi grazie anche a Ebay e alla caduta del muro diventati di più facile reperibilità, e se non fosse stato per l’imperfezioni dei vinili forse sarebbero di spessore ancora maggiore di questo disco. (Continua a leggere)

Sta per uscire un disco, a quanto pare ottimo, dei veterani Barron e Holland. La loro partnership si è affiatata sul palco, concerto dopo concerto, nel corso del tour iniziato nel 2012. Questa data parigina testimonia il grande rapporto fra i due grandi musicisti e dispone più che bene all’ascolto del loro ‘The Art Of Conversation’.


Da tre album a questa parte, Regina Carter ha cominciato un percorso di studio e rilettura delle proprie origini, in senso musicale e non. ‘I’ll Be Seeing You’ affrontava il jazz e gli standard preferiti della madre, ‘Reverse Thread’ il patrimonio culturale africano, il nuovo ‘Southern Comfort’ è un tuffo nella tradizione folk e rurale del sud degli States, in particolare dall’Alabama in cui il nonno paterno faceva il minatore. La Carter si è documentata presso l’archivio di registrazioni della Biblioteca del Congresso per avere l’idea più precisa possibile di cosa suo nonno avesse potuto ascoltare ai tempi. La ricerca ha portato alla luce un repertorio di musica folk, country, blues, spiritual e bluegrass che torna così a nuova vita grazie agli sforzi di Regina e della sua band (Jess Murphy al contrabbasso, Adam Rogers e Martin Sewell alle chitarre, Will Holshouser alla fisarmonica e Alvester Garnett alla batteria). (Continua a leggere)

Un repertorio di classici della carriera John Coltrane. Una rilettura che ne metta in luce la continuità reciproca e quanti rimandi vi siano, in essi, al passato del jazz. Una grande carica rhytm’n'blues, genere in cui Coltrane si fece le ossa. In un organ trio. Una performance paurosa per trasporto, energia, esplorazione, attualizzazione e gradevolezza. Un miracolo? Quasi… si parla di James Carter e del suo incredibile organ trio! Già pubblicato da poco dagli amici di Tracce di Jazz, ma repetita iuvant.


Fats Waller è un’icona. Pianista, compositore, cantante, intrattenitore: la sua figura può essere esaminata a più livelli, rendervi omaggio non è affatto una cosa scontata. Jason Moran fu incaricato dall’Harlem Stage Gatehouse di scrivere qualcosa per celebrare la musica di Fats, e così due anni fa è nato lo spettacolo multimediale ‘Fats Waller Dance Party’. Il nuovo album ‘All Rise’ è un tentativo di riassumere questa esperienza dal lato esclusivamente musicale, rispondendo innanzitutto alla domanda iniziale: chi e cosa era Fats? Jason e i suoi collaboratori sembrano puntare innanzitutto sulla sua statura di intrattenitore a tutto tondo, capace di distillare la sua arte complessa e originale in un formato comprensibile e ballabile da tutti. Jazz ballabile, un concetto che oggi solleva più di una perplessità, ma ai tempi di Fats assolutamente normale. (Continua a leggere)

L’ottetto di David Murray è una delle espressioni più felici del jazz degli anni ’80. Superficialmente, persino una stranezza: Murray si era distinto per la sua militanza nel World Saxophone Quartet ed uno stile, almeno inizialmente, in linea con Archie Sheep e Albert Ayler. Il suo ottetto, forte di innovativi musicisti come George Lewis (trombone), Henry Threadgill (sax, flauto) e Butch Morris (cornetta) sembrava invece molto più “normale”. In realtà con questa formazione Murray ha potuto mettere in mostra tutto il suo talento di leader, compositore, arrangiatore… e storico. Se già in passato il sax di Murray era avanti guardando indietro (gli echi di Ben Webster e Paul Gonsalves sono sempre stati ben presenti nel suo modo di suonare), la cosa si fa ora più profonda e trasversale. (Continua a leggere)

Il buon Arthur Blythe, purtroppo, non se la passa troppo bene – è malato di Parkinson. E’ stata lanciata un’iniziativa per aiutare il grandissimo e sottovalutato sassofonista, cioè la registrazione di un concerto allo Yoshi i cui proventi verranno interamente devoluti a lui. (Continua a leggere)

Abbiamo dato, poco tempo fa, la notizia delle cattive condizioni di salute del trombettista canadese, ma oggi dobbiamo dare il peggior aggiornamento possibile. Kenny Wheeler è morto ieri, all’età di 84 anni, poco dopo che la comunità jazzistica internazionale si era mossa per aiutarlo. (Continua a leggere)

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