FREE FALL JAZZ

negrodeath's Articles

In trent’anni di onoratissima attività, la Criss Cross si è distinta come una delle più prolifiche e meritevoli case discografiche specializzate in jazz. Merito della tenacia del suo fondatore, Gerry Tekeens, e del suo grande fiuto di talent scout: non sono in pochi, oggi, a vedere nell’etichetta olandese l’erede spirituale della Blue Note che fu. Condividiamo così questo concerto, tenuto lo scorso luglio al festival jazz di Lviv, in Ucraina: una band composta per l’occasione da musicisti Criss Cross (Mike Rodriguez, Will Vinson, Misha Tsiganov, Matt Brewer, Donald Edwards), con tanto di introduzione da parte di Tekeens.


David Gilmore, chitarrista come il bel più famoso e quasi omonimo David Gilmour dei Pink Floyd, vanta ormai una carriera importante, fra collaborazioni che ne evidenziano innanzitutto la versatilità (Geri Allen, Wayne Shorter, Don Byron, Cassandra Wilson, Dave Douglas, Rudresh Mahantappah…) e un apprendistato di tutto rispetto alla corte di Steve Coleman durante gli anni ’90. Meno folta, ma sempre di notevole spessore, la sua produzione da titolare, di cui ricordiamo l’ottimo ‘Energies Of Change’. Con ‘Transitions’, Gilmore approda alla Criss Cross come leader un eccellente quintetto con cui affronta un repertorio teso ad omaggiare maestri ed ispirazioni (Woody Shaw, Bobby Hutcherson, Toots Thielemann), con l’aggiunta di alcuni brani originali. (Continua a leggere)

Su Hugh Hefner (1926 – 2017), in questi giorni, si è letto moltissimo. Il fondatore di Playboy ha giocato un ruolo non da poco nel panorama culturale degli ultimi 60 anni e passa. Sarebbe facile liquidarlo come “quello di Playboy”, magari con un certo disprezzo, ma la realtà al solito è più complicata. (Continua a leggere)

Il buon Christian McBride non è capace di starsene con le mani in mano. Quest’anno uscirà con il nuovo disco della sua orchestra, ma nel frattempo ha girato il mondo in lungo e in largo con un nuovo quartetto, i New Jawn – neologismo che, con ogni probabilità, unisce “Joint” e “Dawn”. Nuovo giorno e nuova roba, nuova cosa, nuova band: e che band, un quartetto pianoless con Nasheet Waits (batteria), Marcus Strickland (sax) e il giovane prospetto Josh Evans (tromba). Eccoveli qui sotto, un concerto dello scorso luglio a North Sea Jazz Festival.


Christian Scott. Dove eravamo rimasti? Già, a ‘Ruler Rebel’, primo capitolo dell’ambiziosa Centennial Trilogy, dedicata ai temi dell’integrazione razziale e culturale nell’America del nuovo millennio. Se avete letto la recensione di ‘Ruler Rebel’, saprete che non ha suscitato in me impressioni particolarmente favorevoli, anzi. La speranza era piuttosto che i capitoli successivi ne prendessero le distanze, vista la piattezza e la noia che vi regnavano incontrastate. Purtroppo, puntuale come una bolletta, arriva il “purtroppo”, perché ‘Diaspora’ è sostanzialmente identico al predecessore. Talmente identico che è possibile descriverlo con un bel copia e incolla. Pronti? Via! (Continua a leggere)

Venti anni di Padova Jazz Festival: a festeggiarli arriveranno, tra gli altri, Pat Metheny, Sergio Cammariere, Eric Reed e Mike Applebaum. In scena dal 7 al 14 ottobre, la ventesima edizione della kermesse padovana occuperà le più prestigiose sedi musicali cittadine, il Teatro Verdi e la Sala dei Giganti, che ospiteranno i concerti principali del programma. (Continua a leggere)

Già, cogliamo l’occasione per entrare ufficialmente in modalità vacanziera e stravaccarci permanentemente sul mare, fra cocktail e bellezze in topless, lontani dalla mission di farvi conoscere qualcosa del jazzo. A tal proposito, quest’anno aggiungiamo a corredo del post un po’ di Fausto Papetti, che fa tanto estate, bikini e promesse erotiche non mantenute. (Continua a leggere)

Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura presenteranno un progetto inedito e speciale, dal titoloVesuvio in Maggiore”, sulla vetta del vulcano più famoso al mondo, nell’ambito del festival Pomigliano Jazz in Campania. Domenica 6 agosto, a quota 1200 metri sull’orlo del cratere del gran cono, il trombettista sardo e il compositore e bandoneonista marchigiano daranno vita a una performance unica, con un programma musicale concepito per il luogo che ospita l’esibizione. Il live acustico al tramonto sul cratere del Vesuvio, è un’esperienza dall’impatto emozionale forte, quasi irripetibile, sia per la magia della musica che per la straordinaria suggestività del posto. (Continua a leggere)

Ieri un comunicato della Motema, sua attuale casa discografica, annunciava che Geri Allen era gravemente malata – cosa del tutto inaspettata, visto che era passata pure di recente in Italia assieme ad Enrico Rava. Oggi arriva la peggiore delle notizie: la grande pianista, una delle migliori della sua generazione, è morta oggi di cancro. Non aggiungiamo altro, se non questo articolo su NPR.

Dispiace dover ripetere sempre le stesse cose, ma dispiace ancora di più notare come dagli Stati Uniti continuino ad uscire fior di giovani musicisti di talento, pressoché ignorati da una critica più propensa a celebrare il passato o in spasmodica attesa di un messia, possibilmente d’inaudita avanguardia. Chi ha pazienza e voglia di cercare, seguendo i musicisti stessi sui social network, non mancherà di imbattersi in sorprese gradite. Fra queste, come avrete già inteso, figura pure il trentenne George Burton, pianista newyorkese che debutta sulla Inner Circle Music di Greg Osby dopo una lunga gavetta e una serie articolata di esperienze, jazz e non solo. Come tanti suoi coetanei, Burton mette a frutto tutte le proprie esperienze in un affresco completo ed estremamente maturo, costruito attorno alla duttile sezione ritmica (completata dal bassista Noah Jackson e dal batterista Wayne Smith), una dozzina di grandi composizioni e una cast nutrito di ospiti. (Continua a leggere)

« Newer Entries Older Entries »