FREE FALL JAZZ

Martino A.L. Spreafico's Articles


Da quando sono un “appassionato di jazz” il nome Montreux si affianca spesso agli ascolti più illustri, avvolgendosi in un’aurea di solenne rispetto. Per la mia ancora acerba esperienza, spiccano su tutti i nomi di Charles Lloyd, Bill Evans, Miles Davis, Count Basie, Charlie Mingus, Archie Shepp, John McLaughlin, Billy Cobham, Joao Gilberto, Tom Jobim, Stevie Ray Vaughan, Abdullah Ibrahim, Chick Corea, Herbie Hancock, Bireli lagrene e i Green Day (Chi!!? Ma che minchia dici?! – Beh, ci sono nel programma di quest’anno… – E che michia è!? “Trova l’intruso” della Settimana Enigmistica??!) e molti altri ancora.

Dal 1967, grazie all’idea di un lungimirante impiegato dell’ufficio turistico appassionato di Jazz (stiamo parlando del da poco compianto Claude Nobs), Montreux si trasforma in una festa colarata e sonante. Un festival per l’esattezza. Una sorta di valhalla per gli appassionati di jazz. Una meta, per noi europei, quasi inarrivabile, irraggiungibile, distante una traversata Atlantica. Già, l’Atlantico: l’oceano delle grandi navi e delle loro big band. Un viaggio dall’altra parte del mondo… Prendere il biglietto, fare scalo, ore e ore di aereo per atterr… come!? Montreux…  mh… Ah, in Svizzera!? Ah, a tre ore e mezza di pandino? Ah… vabbeh, senti… fammi disdire il volo va’… (Continua a leggere)

Amburgo, oltre ad essere la città degli hamburger, dal 1992 è anche la città degli ECHO Preis. Gli ECHO si dividono in Pop-Musik (dal 1992 appunto), Klassic (dal 1994) e, ta-daaa, Jazz (dal 2010). In Germania sono un premio molto ambito, soprattutto per la sezione Pop-Musik.

Giovedì scorso si è tenuta la serata di Gala per gli ECHO Jazz 2013, con la consegna dei premi. Ve la siete persa!? Keine problem, qui c’è il  sotto link con l’intera trasmissione (ah, è in tedesco non sottotitolato, insomma, roba da veri Nerd). Cosa?! Meglio un contrabbasso nei maroni?! Mannò, dai… Sarò bravo e vi indico i momenti delle esibizioni live: 10:46 – 35:30 – 1:09:15 – 1:32:00 – 1:42:50 – 2:02:40.

Guarda gli ECHO Jazz 2013

 

Sei uno che non ha tempo da perdere?! Pochi fronzoli mh!? Bene, eccoti la lista dei vincitori di quest’anno: (Continua a leggere)

Lo scorso 26 Aprile, in quello che ho personalmente rinominato Funky Friday, esce ‘Teamwork’, l’ultimo progetto della Funk Unit di Nils Landgren. Dopo ‘Funk For Life’ (2010), ‘Licence To Funk’ (2007), ‘Funky ABBA’ (2004), ‘Fonk Da World’ (2001) e il mitico ‘Paint It Blue’ (1996), il trombettista svedese  richiama a sé una unit d’altissimo livello, per far “pompare nelle casse” un po’ di quel funk jazz esplosivo che ha tanto segnato il cammino del Red Horn svedese (concedendosi anche dei progetti molto diversi tra loro), tanto da produrre per ACT i giovani Mo’ Blow, eredi legittimi della Funk Unit.

Nils Landgren (trombone & vocals), Magnum Coltrane Price (bass & vocals), Magnus Lindgren (woodwinds & vocals), Jonas Wall (woodwinds & vocals) Sebastian Studnitzky (keyboards & trumpet), Andy Pfeiler (guitar & vocals), Robert Ikiz (drums) sono la Funk Unit che la stessa ACT (invero non particolarmente avvezza alle sonorità funky, accezzion fatta per la Funk Unit e i Mo’Blow, appunto) definisce così: “this might well be the best Funk Unit that Nils Landgren has had gathered around him since 2010: technically outstanding, this is a group of team players who combine well with a great groove connection”. (Continua a leggere)

Giovedì 25 Aprile 2013, 316 km in 7 ore di macchina affrontando maltempo, irti (ma famigliari) passi alpini e code per lavori in corso come non ci fosse un domani. Meno male che il pandino 4×4 è una certezza. Sali su un passo, scendi giù per la valle, sali su un altro passo, fermati in dogana (sì, la dogana: “Was Sie bringen in Switzerland?!”), entra in Svizzera, esci dalla Svizzera, entra in Germania, c’è coda, bestemmie pesanti, fa caldo, check-in, doccia, risali in macchina perché l’albergo più economico che hai trovato è a 30 km dal concerto, imposta il navigatore: Singen, Baden Wüttemberg, Deutschland.

Poco male: sono in anticipo. Mi faccio un girettino nella piccola e caratteristica cittadella nei pressi del Lago dei Quattro Cantoni. Vicino al GEMS, il teatro dove ci sarà lo spettacolo, c’è un ristorante. La voglia improvvisa di una bella schweineschnitzel con un bel birrozzo di quelli che dico io prende il sopravvento e, senza pensarci più di tanto, eccomi al tavolo, pronto ad ordinare. “Mi scusi, ma questo tavolo è riservato”, puntualizza l’oste, ma ritratta subito con molta gentilezza: “Ma va bene comunque dai, sono solo in due: se per lei non è un problema…”. Nessun problema, ci mancherebbe. (Continua a leggere)

“A Miracle”, “A great work of art”, “A world-class singer” – così venivano acclamati e osannati dalla critica internazionale ‘Voyge’ e ‘Same Girl’, quest’ultimo premiato nel 2011 con il Prix du Jazz Vocal in Francia e con l’ECHO in Germania. Youn Sun Nah, classe 1969, coreana di nascita, parigina d’adozione, non sbaglia un colpo. Ormai colonna portante del catalogo ACT (‘Same Girl’ vende 150.000 copie, numeri da far invidia anche all’industria pop, di questi tempi), può vantare una camaleontica capacità di intendere ed esprimere la musica senza confini geografici e stilistici. Carillon, musica tradizionale coreana, nujazz, fino ad arrivare ai Metallica (dei quali ha ripreso, su ‘Same Girl’, ‘Enter Sandman‘): Nah modella la voce, ora potente, ora calda, ora acuta e tagliente, portando il pubblico in un susseguirsi di sensazioni diverse per ogni pezzo, coinvolgendolo in una comunicazione commovente e potente allo stesso tempo.  (Continua a leggere)

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